Viaggio dalla A alla Z fra le stelle e la mitologia. Il destino della principessa Andromeda.
Andromeda era figlia del re Cefeo e di Cassiopea.
Cefeo fu re, in un tempo indeterminato e lontanissimo, d’India o di Etiopia, o forse di tutte due, o addirittura re di Babilonia, chiamato Enlil, in sumero. Insomma, non si sa bene di cosa, ma è certo che fu re. Andromeda era dunque una principessa. La sua fortuna fu la bellezza, la sua sfortuna avere come madre Cassiopea. Pare che quest’ultima fosse molto vanitosa e osò paragonare la sua bellezza a quella delle Nereidi, ninfe del mare. Il dio del mare Poseidone, notoriamente permaloso e di carattere iracondo, cominciò a scatenare maremoto sulle coste del regno, inviando addirittura il terribile Ceto, mostro marino enorme e arrabbiatissimo.
Cefeo, non sapendo che pesci pigliare per salvare il regno dalla distruzione, si rivolse all’ oracolo, il quale sentenziò che la bella Andromeda dovesse sacrificarsi all’orrido Ceto, (che altro non è che una innocua balena) per placare le ire di Poseidone. La poverina non si oppose neanche per un attimo al suo destino e si fece incatenare mezza nuda ad uno scoglio e, in lacrime, attese il suo triste destino.
Ma invece del destino arrivò Perseo, che tornava fresco fresco dell’uccisione di Medusa, sul suo cavallo alato Pegaso e, vedutala sola, indifesa, vergine, legata e piangente, se ne innamorò perdutamente e si offrì di uccidere il mostro. Così fu. E alla fine Perseo l’ebbe in sposa.
In inverno, la costellazione di Andromeda è visibile da 51° Nord fino a 21° Sud, nell’emisfero boreale.
Si trova tra Perseo e Pegaso, che la proteggono per sempre.
Cassiopea, invece, a nord di Andromeda, è stata sistemata a testa in giù.