In quasi 50 mila, provenienti da ogni parte della Calabria e dalle regioni vicine, nella città del
Pollino in occasione della prima sfilata in maschera del 60° Carnevale di Castrovillari e Festival
Internazionale del Folklore, Foto di Michele Martinisi
Una storia lunga quasi quattro secoli.
Era infatti il 1635 quando venne rappresentata per la prima volta, davanti la sede Universitaria di Castrovillari, la farsa teatrale dell’Organtino, rappresentazione vernacolare di Cesare Quintana che racconta di Organtino, semplice pastore che, baciato dalla fortuna, diventa prima massaio e poi padrone, dimenticando le sue origini e i compagni oppressi e sfruttati.
Ma bisognerà aspettare fino al 1959, quando, grazie all’intuizione del prof. Vittorio Vigiano, fondatore della Pro Loco, viene organizzata la prima edizione del Carnevale del Pollino e Festival Internazionale del Folklore.
Il Carnevale di Castrovillari, che nel 2017 ha trovato giusto riconoscimento Istituzionale e inserito dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nell’elenco dei carnevali storicizzati d’Italia, è giunto alla sessantesima edizione.
Bambini con maschere coloratissime che improvvisano guerre a colpi di coriandoli e stelle filanti fanno da cornice alla sfilata di maschere e carri allegorici in gara.
Sfila, su un carro trainato da buoi, l’alticcio “Re Carnevale”, al quale sono state affidate le chiavi della città, seguito da gruppi folkloristici e maschere di “pacchiane” e “cuzzi”.
E’ la volta dei carri allegorici e delle maschere , che, per questa sessantesima edizione, hanno portato in scena temi importanti e di grande attualità, quali le migrazioni, l’integrazione e la tolleranza verso le altre culture e gli altri popoli.
Sfruttando in pieno il clima e la spensieratezza di un giorno di festa che si è concluso, nonostante la pioggia, con un gran concerto in piazza che ha visto susseguirsi sul palco artisti provenienti da varie regioni del Sud, è forte l’invito alla tolleranza e all’integrazione, in un periodo storico nel quale, la paura del diverso e l’intolleranza, portano a tensioni sociali e a richiami ad un passato oscuro e opprimente del quale bisognerebbe solo mantenere il brutto ricordo storico.