Il tuo lato è sempre stato un po' triste e solo, ma non mi metterei mai da nessuna altra parte. (Bill)
Disegno di Cetty Costa
Bill e Beatrix sono i bizzarri e spietati protagonisti di Kill Bill, un film “doppio” nel quale i protagonisti, più che le persone, sono i due sentimenti più ingombranti del genere umano: l’amore e la vendetta.
Il rapporto tra i due, frutto della mente di quel genio che è Quentin Tarantino (che in modo grottesco e paradossale ha raccontato la forza con cui l’amore spinge ad essere reali) è profondo ben oltre le convenzioni e le frasi fatte sulla natura dell’amore e del vivere insieme. Il suo frutto estremo, la morte di Bill, è il pedaggio che la natura paga al sentimento liberato da intralci culturali: l’estremo possesso, per sempre.
Il film indaga sulla possibilità di essere se stessi, su cosa voglia dire e su cosa significhi amare e odiare. Le immagini, il sangue, i dialoghi serrati, le scene ardite e violente, le trovate che si susseguono: tutto è corollario del dramma amoroso, scaturito dall’immane forza di protezione (e di assorbimento) che scaturisce da esso. La vendetta alla fine è soltanto l’estrema ratio, la logica conseguenza dell’amore.
Bill, capo di una banda di super-assassini, innamorato di Beatrix, una spietata killer che tenta di lasciarlo pagandone le conseguenze, gioca il ruolo dello specchio. La spinge a scavare dentro di sè per scoprire la sua vera natura e lei, già madre della figlia di Bill, alla fine accetta di essere assassina efferata e quindi, quasi per coerenza, lo uccide.
Prima di morire Bill le spara un proiettile contenente un siero della verità perché vuole sapere realmente cosa prova in quel momento; ma in realtà lo sa già. Lei confessa e dopo, con la una mossa di Kung Fu, lo sistema per l’eternità. La mattina dopo l'accaduto, Beatrix piange di dolore per avere ucciso Bill, e allo stesso tempo ride in modo incontrollabile; è l’effetto collaterale del siero della verità di Bill, che aveva architettato tutto per lenire il dolore di Beatrix e lasciarla orgogliosa della vendetta e madre premurosa della loro figlia. L’ultimo pensiero dell’amante estremo.
Beatrix sospira quindi un grazie a Bill per il suo ultimo regalo, e va ad abbracciare sorridente sua figlia. Perché se ami qualcuno, lo ami per quello che è realmente, e non per la proiezione che hai di lui o di lei. E per essere realmente amati, si deve essere se stessi. Altrimenti è una finta. Sembra complicato, ma non lo è.