Come erano nella vita privata così erano sul palcoscenico: due personalità di spicco che conciliavano ogni controversia con la potente arma di un umorismo mai becero
“Che noia che barba che barba che noia!” Lo ripeteva Sandra nella loro sit com di successo, ma senz’altro la loro storia non è mai stata connotata dalla noia.
Sandra Mondaini e Raimondo Vianello sono stati, fino alla fine dei loro giorni, l’uno complementare all’altro; amandosi, sostenendosi, prendendosi in giro. Con tenerezza, ironia, con la passione soffusa dell’amore che resiste al tempo e ai suoi inganni.
Come erano nella vita privata così erano sul palcoscenico: due personalità di spicco che conciliavano ogni controversia con la potente arma di un umorismo mai becero. Un idillio, ma tutto da ridere. Stereotipi, in tanti casi, ma usati a fin di bene, per provocare sorrisi e spesso risate. Indimenticabili alcuni siparietti: le parodie di alcune canzoni come “Buonasera Dottore” della Mori interpretata da loro oltre a suscitare raffiche di risate rende alla perfezione il clima di quegli anni italiani, o anche “E io tra di Voi” di Aznavour, davvero esilarante; o le sigle finali del loro celebre “Tante Scuse”, dove Raimondo recita la parte del marito furbetto e lei la svampita romantica; e decine di altri esempi ancora.
Ma la perfezione amorosa, semmai esiste una perfezione quando si parla d’amore, è poi emersa nell’attimo terribile della separazione fatale. La scomparsa di Raimondo e la conseguente reazione della povera Sandra al funerale hanno commosso l’Italia. Si è compresa la grande complicità, l’affiatamento, il desiderio incessante di stare insieme, anche dopo mezzo secolo di vita in comune. Se questo non è amore.
Si conobbero alla fine degli anni ’50 e non si lasciarono più, provenienti da famiglie diametralmente opposte, mentre conducevano due vite e vivevano di passioni talmente simili da non potere non incontrarsi, innamorarsi e convolare presto a giuste nozze. Disse Raimondo qualche tempo prima di morire: «Se mi guardo indietro non ho pentimenti. Dovessi ricominciare, farei esattamente tutto quello che ho fatto. Tutto. Mi risposerei anche. Con un’altra, naturalmente».
L’ironia è sempre stata padrona nella vita dei due, tanto che nel riproporre fedelmente la loro relazione in una sit-com come di successo che andò in onda per anni non avevano bisogno di recitare: gli bastava riproporsi così com’erano.
Spettacolo e vita privata ballano a ritmo di valzer per tutta la loro vita tanto da renderli coppia da esempio; ma c’era poco di costruito; erano autentici: lui elegante, pungente e composto, lei un vulcano di vitalità e autoironia. In qualche modo hanno inventato un modo nuovo di vivere in coppia, a tal punto che ai giorni nostri, di fronte ad una coppia che si punzecchia gli si affibbia il nomignolo di “Sandra e Raimondo”. Un esempio, appunto. Sandra e Raimondo sono l’ennesima prova di quanto l’arte, unita al sentimento, consolidi l’unione. E di quanto vivere la vita attraverso l'arte aiuti a nutrire emozioni vere.
L’uomo attraverso l’arte (anche fare TV può rientrare nel campo della creatività umana) ha la possibilità di esternare i propri sentimenti e di esteriorizzare la propria intimità anche al partner in maniera genuina e quindi duratura. Perché in fondo, anche l’amore è un’arte, l’arte di concepire ogni giorno la persona amata dentro di noi. Esattamente ciò che Sandra Mondaini e Raimondo Vianello hanno fatto per decenni. Gliene siamo grati.
Disegno di Cetty Costa