Doveva andare così. Doveva concludersi per forza così, rubando il pallone agli dèi e giocando meglio di loro, non potevi pensare di startene sempre qui tra noi.
Ti hanno richiamato come Ganimede. Ti hanno chiamato lassù, per fare deliziare loro.
Trascinatore di squadre e di popoli, incantando la pelota, roteando funambolico, fulminatore di portieri, sotto il sette con la barriera a due metri, e nessuno ti ferma, pallonetti e tiri al volo, magie, ti odiavo per quanto eri forte, ti amavo per quanto eri folle, eri il bambino irriverente e dispettoso e traboccante talento, contro il sistema, contro le convenzioni, basta una palla, e diventi dio.
Quella volta, contro gli inglesi, tifavamo contro di te. E ce l’hai fatta. Figlio di poveri che si arrangiavano, il fisico micragnoso di pochi carboidrati, il brutto anatroccolo, le gambe a croce, il culo basso, l’aria malandrina di figlio delle periferie cresciuto a pane e palla, con lo sguardo disperato e malandrino dei campetti di terra arcigna, hai truccato i dadi, la mano ispirata da una vendetta cupa, poveri contro ricchi, e per una volta vincono i poveri.
Tutti giù a pigiare contro, urlare e schernire, imbroglio, gridare al furto e alla falsità, senza sapere che l’occhio racchiuso nel triangolo nascondeva un sorriso consenziente, dribblali Diego, dribblali, allora hai preso il pallone e te ne sei andato, uno, due, tre, quattro, cinque, potevi continuare per sempre, la palla era tua, la vita era tua, il destino era il tuo, esce il portiere, finta, gol, la rete si gonfia, gol, divino anatroccolo, tutto è possibile, tutto.
Il resto lo sappiamo. Che ci importa del vizio, che ci importa dei giochi birboni, cosa vuoi che siano certi strapazzi.
Conta la felicità che ci hai regalato. Il dolore per la tua perdita è un soffio, di fronte alla smisurata fanciullezza che il tuo giocare ci donava. Eri il bambino in ciascuno di noi e, come un sogno, sei finito in fretta. Grazie, Diego Armando Maradona, tutte le volte che ti penserò sarò più vicino al cielo, sapendo che adesso è il tuo campo da gioco.