MIGRANTI. La Chiesa si schiera: «Vade retro Salvini». E la Calabria diventa un esempio

MIGRANTI. La Chiesa si schiera: «Vade retro Salvini». E la Calabria diventa un esempio
salviniFC “Vade retro Salvini” e una mano che si leva a respingere il suo volto. E’ la copertina choc che l’ultimo numero di Famiglia Cristiana ha dedicato al tema dei migranti. Il settimanale racconta la Chiesa che «sta reagendo ai toni aggressivi del ministro dell’Interno». «Niente di ideologico - scrive il giornale -. Si tratta del Vangelo».

Una bomba che cade nel dibattito politico e che schiera la Chiesa contro le politiche sui migranti del nuovo governo. Stizzita la reazione di Salvini: «Non sono Satana, copertina irrispettosa».

Ma per Matteo Renzi, se il ministro dell’Interno usa «il crocefisso in maniera strumentale, poi non ha alcun diritto di arrabbiarsi».

Il titolo del settimanale è una citazione della parole che Gesù rivolge a Pietro quando l’apostolo tenta di impedirgli di andare a Gerusalemme per morire. Gli dice: «Lungi da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Per Famiglia Cristiana pensare secondo Dio è evitare che i migranti muoiano in mare.

Lo speciale del settimanale cattolico apre con un documento della Cei: «Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto».

Il secondo editoriale è di don Antonio Mazzi: «Noi di Exodus abbiamo aperto in Calabria cinque strutture per accogliere i minori. Insegniamo la lingua italiana, li aiutiamo a recuperare quel poco di scuola che hanno fatto nei loro Paesi ma, soprattutto, ascoltiamo i loro dolori e le loro paure, curiamo la loro salute e tentiamo, con fatica, di far capire che in Italia ci sono anche persone che li amano e che fanno di tutto perché nel loro mondo e nel nostro torni un po’ di pace. Vi debbo dire che, tornando dalla Calabria, sentendo sull’aereo i discorsi che facevano alcuni viaggiatori, la tristezza ha distrutto quel po’ di speranza che loro, gli invasori, mi avevano elargito».