IMMIGRATI. La percezione e la realtà

IMMIGRATI. La percezione e la realtà

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Una recentissima inchiesta dell’autorevole Istituto Cattaneo (risale alla fine del mese di agosto) rileva come gli immigrati in Italia sono il 7% (il 9 se si considerano quelli provenienti da altri paesi della stessa Unione Europea) ma il 70% degli italiani crede che siano addirittura il quadruplo!

 La realtà, dunque, è una cosa e la percezione un’altra e lo studio dell’Istituto Cattaneo dice ancora un’altra cosa: che gli italiani sono quelli che mostrano un maggior distacco tra la percentuale di immigrati non Ue realmente presenti nel Paese e quella percepita, pari al 25%. Dopo l’Italia vengono il Portogallo, la Spagna e il Regno Unito.

  Ancora: il report sottolinea come la differenza così elevata tra le presenze reali di immigrati e quelle percepite cresce all’aumentare della diffidenza verso gli immigrati e quindi non sarebbe solo il frutto di una scarsa informazione ma anche ‘’di pregiudizi radicati negli elettori’’ (testuale dal rapporto dell’Istituto Cattaneo).

 Questo scarto è più elevato nell’elettore di destra e centrodestra, scende sotto la media tra coloro i quali si ritengono di sinistra o centrosinistra ma anche tra questi ultimi si crede che gli immigrati presenti siano più del doppio di quelli che realmente sono in Italia. Questo perché non è solo l’orientamento politico ad indirizzare ma il grado di istruzione: per chi non è andato oltre la scuola dell’obbligo – dice il report – l’immigrazione in Italia supera il 28% mentre tra i laureati la stima cala di 10 punti e si attesta al 17,9%.

 Altro caso singolare è la collocazione geografica: mentre al nord (dove gli immigrati sono più numerosi) il livello è stimato dagli intervistati attorno al 20% al Sud supera addirittura il 27. Questo dato è particolarmente significativo perché’ ‘’contrasta completamente con la realtà’’ (anche qui testuale dal rapporto). Nel Mezzogiorno gli immigrati sono, infatti, meno del 5% della popolazione mentre al Nord sono circa il 10.

 Fin qui le clamorose conclusioni, dunque, di una ricerca di un istituto così autorevole come il Cattaneo. E’ evidente che ciò mostra come in Italia non esiste affatto un problema di sbarchi. Quest’anno c’è stato un 80% in meno rispetto all’ anno scorso e il merito non è certo del vicepremier Salvini ma del suo predecessore al Viminale, quel Marco Minniti che pose fine al flusso dalla Libia che ci stava seppellendo per scelte anche sbagliate del suo partito, cioè il Pd. Il problema dunque non è nel mare ma in terra e qui non vale la propaganda spicciola ma una dura operazione sui territori, per convincere gli enti locali, colpire burocrazie e false cooperative, fare accordi bilaterali con i vari Stati. Insomma mettere mano ai meccanismi dell’accoglienza, che i vari governi di centrosinistra non sono stati in grado di portare avanti. In assenza di tutto ciò il convincimento sarà quello che si usano gli sbarchi come arma di distrazione di massa per fare crescere a dismisura quella discrasia tra percezione e realtà nell’opinione pubblica di cui sopra si è detto. Ma fino a quando potrà durare questo giochino? Fino a quando gli italiani cadranno nella trappola della propaganda da cortile? Fino a quando i problemi veri legati all’accoglienza potranno essere messi nel cantuccio e continuare ad urlare al lupo al lupo? Su queste domande si gioca la credibilità non solo un governo ma tutto il Paese.