LA LETTERA. Federico e la Conad di Villa Sg: fastidio per i portatori di handicap?

LA LETTERA. Federico e la Conad di Villa Sg: fastidio per i portatori di handicap?

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Gentile Direttore,

Sono la mamma di un ragazzo di 22 anni affetto da distrofia muscolare di Duchenne.

Vorrei raccontare quanto accaduto a mio figlio lo scorso 21 Maggio. Come ogni pomeriggio incoraggio mio figlio Federico a recarsi alla Conad di Villa San Giovanni, situata all’interno del centro commerciale “La Perla dello Stretto”, per effettuare alcuni acquisti utili alla famiglia. Naturalmente, in compagnia di un suo amico, perché da solo sarebbe impossibile per lui visto il grado di invalidità, del 100%, che la malattia produce.

Io, ad ogni modo, rimango sempre nei “paraggi”, e così è stato anche per giorno 21. Dico la verità: il mio reale intento non è quello di farmi svolgere delle “commissioni”, ma quello di cercare di far sviluppare a Federico un senso di fiducia nei propri mezzi e incoraggiarne l’autostima.

Il 21 mio figlio, dopo aver effettuato gli acquisti da me richiesti, si è recato ad una delle casse aperte per pagare la merce scelta. Quando è arrivato il suo turno, il cassiere gli ha chiesto, davanti a tutti i presenti, di fargli verificare il contenuto dello zainetto che Federico porta attaccato dietro la carrozzina per avere con sé pochi ma indispensabili oggetti personali (per ragioni di ordine pratico gli è impossibile usufruire delle tasche dei pantaloni).

Mio figlio, stupito delle richiesta ed impedito a prendere personalmente lo zainetto, ha chiesto all’amico di porgerlo al cassiere. Aveva paura che qualcuno dei presenti pensasse che lui avesse potuto rubare qualcosa. Consapevole di non averlo fatto, ha preferito acconsentire alla richiesta nonostante il senso di umiliazione che gli veniva inflitto.

Ovviamente il controllo ha rilevato come nulla fosse stato inserito fraudolentemente nello zaino. Mio figlio ha chiesto, con cortesia, se venissero controllate dunque tutte le borse personali delle signore in coda alla cassa, ma la risposta del cassiere è stata negativa. In sostanza, il trattamento è stato riservato solo a lui.

Il risultato di quanto accaduto è che adesso mio figlio non vuole più tornare al Conad per fare la spesa in autonomia e la sua autostima ne ha risentito molto.

Personalmente trovo assurdo che una grande azienda come la Conad consenta ai suoi dipendenti di trattare in questo modo discriminatorio e offensivo le persone affette da disabilità. Lo dico anche in virtù del fatto che quando mio marito è andato a parlare dell’episodio col direttore del supermercato quest’ultimo, invece di scusarsi e cercare di rimediare, magari facendo chiedere scusa al ragazzo, ha provato a minimizzare l’accaduto difendendo il dipendente.

Quindi non si può parlare di errore del singolo, il direttore sicuramente conosce le politiche aziendali. Forse alla Conad di Villa San Giovanni non gradiscono persone sulla sedia a rotelle? Devo dire, per onore di verità, che prima di quel giorno mai altri dipendenti avevano trattato male mio figlio ed anzi lui si è sempre sentito alla Conad quasi come a casa. Fino alla mattina di giorno 21 Maggio. Da allora purtroppo non è più così. Cordiali saluti.

La mamma di Federico

*Le generalità della madre di Federico, che ha regolarmente firmato la lettera, non vengono pubblicate per libera e autonoma scelta di zoomsud.