SILA. NEI BOSCHI, ALLARME RIFIUTI

SILA. NEI BOSCHI, ALLARME RIFIUTI

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Camigliatello, giorni d’ agosto dell’estate caldissima del 2019.

Si sa ci sono i cambiamenti climatici e gli eventi estremi sono frequenti, il caldo torrido che fa sciogliere i ghiacciai certo non alle nostre latitudini e le grandinate con le bombe di chicchi fuori stagione che danneggiano colture e quanto altro non appartengono esclusivamente all’altopiano silano. Non ce la carichiamo direttamente e esclusivamente nel nostro corredo di colpe.

Tornare e ritornare in Sila è sempre un’emozione forte, coltivata e vissuta da decenni con entusiasmo e desiderio di sentirsi parte di una comunità, unica e diversa, di ambienti e di flora e di fauna, di boschi e di prati, di umani e di manufatti.

E’ facile e ormai retorico continuare a ripetere, con la stucchevole e vuota lamentela di tutte e tutti, attribuendo colpe e responsabilità del sudiciume che invade e inquina i nostri boschi, della accoglienza mancata degli “operatori turistici” a chi ha il compito e il dovere istituzionale di attrezzare e rendere piacevole il soggiorno di chi sceglie la montagna (al mare è uguale) come meta dell’estate.

Il Comune? La Provincia? La Regione? Il Parco? La Comunità Montana? La Pro loco?

Tutti e nessuno.

Una rete istituzionale inestricabile con nodi importanti essenzialmente rappresentati dal nostro modo di vivere gli spazi che abitiamo, urbani e non.

Così che Camigliatello, Macchia Sacra, Botte Donato, Lagarò, il Tasso, le Forgitelle e l’elenco potrebbe continuare con l’indicazione di vie e di contrade sono sporchi, sono incredibilmente sudici.

La cosa pubblica sembra non ci appartenga. Essendo di tutte e di tutti non è di nessuno/a.

Organico e fondi ridotti e/o inesistenti delle amministrazioni preposte che hanno responsabilità tutte sullo stato di degrado che si vive non giustificano le condizioni igienico sanitarie indecorose trovate questa estate sull’altopiano silano. Quando capiremo che lo spazio pubblico è nostro? Di tutti?  Quando capiremo che la sostenibilità significa consegnare ai nostri figli/e almeno quello che noi abbiamo trovato? Quando ci renderemo conto che mangiando in bosco o per strada il gelato o il panino, quando il pacchetto delle sigarette è finito o l’apriamo le carte e tutto il resto non va per terra? Già, mancano i cestini…Ce ne facciamo una ragione…cominciamo da qui, da noi. Portiamo con noi i residui che produciamo in bosco, per strada e ovunque. Troveremo altrove il contenitore adatto dove praticare lo smaltimento possibile e sostenibile.

Responsabilità e protagonismo civico non sollevano i doveri istituzionali di chi ci governa (poi siamo noi che scegliamo chi ci governa, eh!). E’ un percorso che deve intrecciarsi e deve risvegliare l’orgoglio di appartenere a una terra meravigliosa dal punto di vista ambientale e naturale, senza retorica e luoghi comuni.