CALABRIA. Non abbandoniamo gli “ultimi” del servizio sanitario regionale

CALABRIA. Non abbandoniamo gli “ultimi” del servizio sanitario regionale
neurog

È triste elaborare una “classifica virtuale” degli ultimi del Servizio Sanitario della regione Calabria, perché in questa classifica rientrano “prime” le persone, ciascuna persona. E sono persone, non numeri o fantasmi, coloro che frequentano i quattro “Centri di immigrazione ad integrazione sociosanitaria(CISS) con ambulatori annessi di medicina di base e di comunità” della Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro che operano presso i Distretti di Lamezia Terme e Soverato, presso il Dipartimento Materno Infantile di Catanzaro e il Poliambulatorio di Catanzaro Lido.

I CISS sono “Ambulatori dedicati alla popolazione non iscrivibile al Servizio Sanitario Regionale e/o in condizioni di indigenza-vulnerabilità e popolazione in stato di estrema povertà e/o senza fissa dimora; inoltre in questi Centri sono seguiti i profughi richiedenti o titolari di protezione internazionale e i minori non accompagnati vittime di tratta e sfruttamento, insomma, in queste Strutture Sanitarie Territoriali, che operano ottimamente presso l’ASP di Catanzaro da oltre nove anni, sono seguiti gli ultimi degli ultimi che non hanno voce a cui, giustamente, l’Italia garantisce compiutamente il diritto alla tutela della salute sin dal 1998 con il D.lgs n°286, ribadito dall’Accordo Stato Regioni del 20/12/2012 recepito dalla Regione Calabria con il DPGR, n°69/2013 e, in ultimo, tale diritto alla salute è stato affermato dal DPCM del 12 gennaio 2017 attinente ai “Nuovi LEA”.

Mi scuso per aver citato burocraticamente una serie di leggi e atti amministrativi, ma è necessario per far comprendere alla Commissione Straordinaria della Azienda Sanitaria che il mancato funzionamento dei 4 CISS dal 15 febbraio per il trasferimento di due sanitari ad altro Servizio comporta non solo abbandonare persone altamente vulnerabili e a rischio, ma non adempiere a precise norme e a protocolli sottoscritti dall’ASP dal 2012 con gli Enti Locali e con la Prefettura di cui i Commissari sono rappresentanti.

I CISS solo negli ultimi tre anni hanno garantito 6.000 visite mediche, oltre 100 incontri di Educazione alla salute con più di 1000 beneficiari e operatori SIPROIMI e SPRAR, il rafforzamento di una “Rete Virtuosa” con gli altri Servizi Territoriali per garantire le mantoux, l’interfaccia con i Centri di neuropsichiatria infantile, con i Consultori, con i CAS ecc. e con i Presidi Ospedalieri per intervenire tempestivamente a tutelare la salute della persona e fare attività e di cura.

Il mancato funzionamento dei CISS comporterà, inoltre, un mancato introito di fondi poiché in buona parte le prestazioni erogate dagli ambulatori STP-ENI distrettuali sono rimborsate oggi, grazie alla Legge n°232/2016, dal Ministero della Salute in seguito a rendicontazione.

In poco tempo l’ASP di Catanzaro ha dato ai calabresi tre segnali fortemente negativi quali la sottovalutazione della valenza del Centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, la drastica riduzione delle guardie mediche e il forte ridimensionamento delle attività dei CISS. Noi come “Comunità Competente” che rappresentiamo 32 Associazioni, Fondazioni e Forze Sindacali ci battiamo perché, come scriviamo nel nostro “Programma” consegnato al Generale Cotticelli il 7 agosto e discusso con lo stesso il 2 ottobre, la “Medicina Territoriale” non sia ulteriormente desertificata, ma divenga “un verde giardino”; per questo motivo chiediamo alla Commissione Straordinaria di garantire la presenza di almeno due medici presso i 4 CISS . Infine riteniamo che sia fondamentale ricostruire un rapporto di fiducia e collaborazione tra i rappresentanti degli Enti Locali, il mondo del Volontariato, i portatori di competenze del Settore Sanitario e i Rappresentanti del Governo Centrale per valorizzare le esperienze positive della sanità catanzarese e rendere efficiente e meritocratico un Servizio Sanitario mortificato in questi ultimi anni. 

*Portavoce di Comunità Competente