LIDO COMUNALE. Ma il progetto che ha vinto non rispetta il bando di gara

LIDO COMUNALE. Ma il progetto che ha vinto non rispetta il bando di gara

Il-lido     di ALFONSO SORRENTO* - In riferimento a quanto apparso su alcuni quotidiani locali ed all’ultimo articolo pubblicato su ZOOMSud, riguardo alla gara di Riqualificazione del Lido Comunale ed al progetto vincitore, ritengo sia fondamentale fare un po’ di chiarezza al fine di meglio comprendere lo svolgimento di tutta la vicenda e dei fatti che hanno portato all’attuale situazione.

Per fare ciò, è necessario innanzi tutto richiamare quanto previsto nel bando di gara indetto dall’Amministrazione del Comune di Reggio Calabria e riguardante la “Procedura aperta per l’affidamento dell’appalto della progettazione esecutiva previa acquisizione della progettazione definitiva in sede di offerta, del coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, nonché dell’esecuzione dei lavori di riqualificazione dell’area urbana comprendente il lido comunale”.

 

Il bando, infatti, all’art. 3 riporta l’oggetto dell’appalto che si specifica ed articola attraverso i due obiettivi principali così evidenziati:

1 - Riqualificazione della struttura balneare esistente

2 - Recupero e rifunzionalizzazione della Torre Nervi

Va inoltre precisato che, nel Disciplinare di Gara, all’art. 1 viene specificato l’Oggetto dell’Appalto” ed in particolare al punto 1.2 si evidenzia con sottolineatura quanto segue:

“L’intervento prevede in particolare il restauro conservativo dell’area e dei manufatti esistenti.

Le eventuali demolizioni dovranno essere limitate alle superfetazioni o ad elementi dequalificanti del complesso balneare, assicurando il mantenimento della continuità paesaggistica e architettonica con la struttura esistente, con la Torre Nervi, quale elemento qualificante dell’intera area, e con l’Arena Lido.”

E’ evidente come tale tassativo e indispensabile requisito indicato nel disciplinare, sia stato totalmente disatteso nel progetto proclamato vincitore, progetto che reca la firma del Progettista Incaricato Ing. Giuseppe Arena, infatti questo progetto prevede la completa demolizione di tutti i corpi di fabbrica comprendenti le cabine, sia quelli facenti parte del cosiddetto Progetto Nervi, sia quelli più antichi, risalenti agli anni cinquanta, posti sul lato nord a ridosso dell’attuale corpo di fabbrica dell’ex Arena Lido e costituenti la memoria storica del nostro lido e della sua famosa e tanto rimpianta rotonda sul mare oggi non più esistente a causa di un intervento analogo a quello che oggi si vorrebbe ripetere con la totale demolizione della struttura esistente.

Basta già questa prima constatazione riguardante il non rispetto delle tassative regole del disciplinare di gara per rendere superflua qualsiasi altra considerazione sulla fattibilità o meno dell’intervento, e sulla sua legittimità.

Qualsiasi considerazione fatta sulla cosiddetta sostenibilità o sulla facile manutenzione delle strutture previste o sul rispetto delle qualità paesaggistiche riportate su alcuna stampa locale a difesa del progetto vincitore, sembra superflua e deviante e comunque non rende giustizia agli altri partecipanti alla gara che anch’essi nelle loro proposte progettuali avevano previsto accorgimenti simili.

Il progetto Arena, oltre a prevedere la totale demolizione di tutti i corpi di fabbrica ad eccezione del corpo cilindrico denominato “Torre Nervi”, stravolge l’attuale assetto della struttura balneare, lasciando peraltro completamente libera da qualunque ingombro fisico e visivo l’ampia parte di arenile antistante l’E’ Hotel.

Va inoltre rimarcato che, il non rispetto delle regole dettate dal bando e la successiva accettazione di tale violazione da parte della commissione giudicante, ha profondamente alterato le regole di partecipazione alla gara che, come per tutte le gare, si dovrebbero basare sulla perfetta parità tra i partecipanti.

Nella fattispecie, sul piano economico nonché tecnico e progettuale è molto più semplice demolire le vecchie strutture del lido sostituendole con piccoli prefabbricati sparsi sull’arenile, circostanza questa che causerebbe inoltre una ridotta fruizione della spiaggia più bella della città.

Anche la soprintendenza che, in sede di conferenza dei servizi, ha posto il veto sul progetto, lo ha fatto considerando esclusivamente (e non è comunque poco) l’intervento sui cosiddetti manufatti che hanno raggiunto l’età del vincolo (la stecca di cabine lato nord poste a confine con l’Arena Lido), restando giustamente entro i limiti delle sue competenze.

Ugualmente le Associazioni culturali cittadine, chiamate in conferenza ad un ruolo di belle statuine assenzienti (a nessuna di loro era stato trasmesso il progetto per una attenta esamina preliminare), si sono soffermate su aspetti di contorno della vicenda ignorandone appunto i retroscena e i contenuti.

Sembra del tutto evidente ed auspicabile che sulla “violazione delle regole” che definivano i punti essenziali del bando, debbano intervenire gli organi preposti, non ultima la magistratura.

Purtroppo l’amara constatazione che nasce spontanea da una tale paradossale circostanza è che: tutto cambia ma nulla muta.

La città è commissariata per mafia ma i politici, responsabili di tale gogna infamante per l’intera onesta comunità reggina, continuano a fare i burattinai di operazioni inique in barba alle istituzioni e alla città intera.

Caro Leo, il problema non è essere ancorati al passato e rifiutare le innovazioni, il vero problema è il rispetto della legge e delle regole.

*architetto