CdA. Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini, ridendo attraversano la terra capovolta (foto)

CdA. Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini, ridendo attraversano la terra capovolta (foto)

   tiziana ed eleonora    ANTONIO CALABRÒ -

Le due donne dominano il palco: i loro occhi lanciano saette al pubblico; le loro mani si agitano indipendenti a tracciare racconti d’aria e di tenerezze; i loro corpi mimano una visione, ed è visione d’insieme che non può fare a meno della magica parolina, raramente pronunciata ma sempre sospesa sul palco come un Sole paziente: “Amore”.

Il recital è un inno all’amore per la vita. All’amore come elemento di grazia, di giustizia, di sereno accoglimento d’ogni cosa; Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini se ne fanno lettrici e interpreti, ne scorrono le trame come tessendo in un telaio antico; l’una scrive, legge, sorride: l’altra recita con la precisione cadenzata del fine dicitore, ed è la controparte d’ironia e di zelo. Si completano, e le parole danzano.

Danzano narrando, evocano, commuovono: spingono al riso, sincero, forte e mai sguaiato; alla riflessione anche audace, alla profondità della nostra fanciullezza: dipingono con colori pastello, ma non trascurano le tinte forti e i riferimenti provocanti.

eic   La libertà, l’amore e la gentilezza; ed ogni tenerezza possibile, cercata e confessata. Ed ogni possibile dolcezza dei gesti quotidiani, fatti grandi e cristallizzati come fossero tutti i ramoscelli di cristallo di Stendhal; ma non solo passioni: anche affetti di figli e di madri, e conforti di amici e di folle; e il coraggio a volte inaudito ma sempre potente di saper dire “si”.

Con musiche, immagini e trovate, con stralunata sincerità e stravagante durezza, con simpatia debordante e insospettabili capacità teatranti, le due conquistano il numeroso pubblico che affolla il salone di Calabria d’Autore. Gli applausi scrosciano, il sentimento dilaga.

E tocca il suo culmine quando con effetto Living Theatre, come fossero due Janis Joplin redivive, le protagoniste scendono dal palco per abbracciare tutti i partecipanti, invitando nel contempo ad un abbraccio collettivo che si realizza come un miracolo divertente: ci vuole poco a sentirsi vicini e vivi, ci vuole poco a capire di aver bisogno di quel folle sentimento che è l’amore, ci vuole poco a sentirsi gratificati dalla presenza altrui.

 eac Ci vuole poco, ma è un “poco” difficile e che richiede capacità d’artista e carisma d’autore: lo spettacolo di Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini ci è riuscito, ha traforato le nostre barriere di ostici cinici, rammollito il pietrame delle muraglie che ci costruiamo attorno, e per cinquanta volanti minuti ci ha reso bambini, felici per il semplice motivo di esistere, felici di appartenere al genere umano, felici di sentircelo dire e di sentirci accarezzati da parole lievi come le carezze di una donna, sia essa madre, sorella, amante, compagna o amica. Un sorriso in faccia al buio, una capriola fantastica, una metafora essenziale sulla gioia, sulla felicità, e sul diritto, supremo, a ricercarla.

“Ho attraversato ridendo la terra capovolta” è il nuovo spettacolo teatrale di Tiziana Calabrò ed Eleonora Uccellini, andato in scena per la prima volta nella rassegna “Calabria d’Autore”, e che sarà presto replicato in tante altre sedi.

*foto di elvira alfida costarella