Il Sud di Camilleri tra Il Ladro di merendine (1997) e Il Cuoco dell’Alcyon (2019)

Il Sud di Camilleri tra Il Ladro di merendine (1997) e Il Cuoco dell’Alcyon (2019)

Andrea

“S’attrovò arrisbigliato e susuto a mezzo supra al letto, lo sciato affannato, il cori che gli batteva all’impazzata, la vucca sbarracata a pigliari aria.”
Il cuoco dell’Alcyon, Camilleri, 2019

“La persiana sbattè con violenza contro il muro e Montalbano di scatto si susì a mezzo del letto, gli occhi sgriddati dallo spavento, persuaso, nel fumo del sonno che ancora l’avvolgeva, che qualcuno gli avesse sparato”.
Il ladro di merendine, Camilleri,1997

Poco più di vent’anni tra la quadrilogia che ci ha presentato un nuovo mondo nel Sud e l’ultimo racconto che Camilleri ci ha regalato. Incipit simili, ma i vent’anni si sentono.

La forma dell’acqua, Il ladro di merendine, Il cane di terracotta, La voce del violino, costituiscono quella meravigliosa quadrilogia.

Camilleri ha raccontato un Sud diverso. Solare di un sole amico, un sole che ti aiuta nelle tue giornate. Anzi Montalbano è proprio soggetto al mutare del clima.

Il Gattopardo ci ha raccontato di “questo clima che ci infligge sei mesi di febbre a quaranta gradi; [...] questa nostra estate lunga e tetra quanto l'inverno russo e contro la quale si lotta con minor successo..”

Invece Camilleri non si piega al racconto pessimistico, al Sud irredimibile anche nel sole. Anzi!

Forse sta anche in questo racconto del Sud, un Sud positivo, un Sud con le sue energie, un Sud con il suo coraggio, con la sua intelligenza, con la voglia e la capacità di fare, la rivoluzione di Camilleri.

Forse per questo, tanta politica al cachemire ha sempre guardato dall’alto in basso Montalbano e il suo Sud. La supponenza con cui spesso viene letto dal cachemire romano e non, da chi pontifica senza essere sfiorato dai dubbi, dagli ipocriti che esaltano le competenze, dai banalizzatori di un mondo complesso.

Montalbano ha dato fastidio con il suo successo e con la sua popolarità. Montalbano è uno di noi: è di Vigata, è un meridionale, è un italiano.

Montalbano non si muove soltanto fra le piante  dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti... Montalbano ama le strade che riescono agli erbosi … tra gli alberi dei limoni. Per dirla con Montale.

Montalbano è letteratura nazional-popolare, è letteratura nazionale, è letteratura popolare. È letto da Predoi a Lampedusa, da Bardonecchia a Otranto.

I vent’anni tra La forma dell’acqua e Il cuoco dell’Alcyon si sentono. Sono e saranno i critici a svelarci altri profili. Sono e saranno i linguisti che ci racconteranno la questione della lingua in Camilleri, ma è evidente che tra la forma e il cuoco la lingua si evolve. Dall’uso di singole parole, di mezze frasi nell’ambito di un telaio conosciuto e condiviso, come Camilleri fa nella forma, arriva al cuoco dove anche il telaio sembra differente. E saranno i critici musicali a svelarci l’incanto di una lingua che è diventata musica, che arriva al cuore e alla mente. E saranno i critici cinematografici e televisivi a svelarci i binomi Montalbano-Zingaretti e Sironi-Camilleri, la trasposizione a Ibla, Scicli e Modica dei luoghi originali dell’agrigentino.

Intanto assaporiamo questo libro, godiamocelo in queste giornate estive, addormentiamoci con il libro in mano su un autobus, nel nostro letto.

Un racconto per quest’estate del 2019, per un racconto diverso del Sud.

Ciao Andrea, che la terra ti sia lieve.
Grazie

Il cuoco dell’Alcyon, Andrea Camilleri, Sellerio, 2019.

*UniRc