Noi calabresi di Caulonia: quel che ho capito di Michelangelo Frammartino

Noi calabresi di Caulonia: quel che ho capito di Michelangelo Frammartino

FOTO VENEZIA

Michelangelo Frammartino vince il Premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di Venezia col film Il Buco.
Con Michelangelo Frammartino condivido le origini - siamo entrambi di Caulonia - e la certezza che la Calabria sia la regione più bella d’Italia (io sostengo addirittura del Mediterraneo!), eppure non ci siamo mai incontrati. L’unico contatto avvenne 10 anni fa, quando gli inviai la traduzione degli articoli, apparsi in una rivista tedesca, sul suo film "Le quattro volte".
Però ho conosciuto suo nonno, i suoi zii - uno di loro ha sposato una mia compagna delle superiori - e da bambina ho abitato vicino ad un suo parente che, da comunista di ferro, non aveva simpatie per la Chiesa. Così uno dei suoi figli, che poi divenne collega di mio padre, appena raggiunta la maggiore età e dopo aver ottenuto la patente, andò a farsi battezzare direttamente in automobile, comunicando l’evento a tutto il paese a suon di clacson!
Eppure non sono questi gli elementi che mi rendono familiare il regista calabro-milanese, bensì l’assenza di superficialità, di pressappochismo e di alterigia, ben evidenti in tanti - troppi! - intellettuali.

In lui mi colpiscono la pacatezza e la serietà che traspaiono chiaramente nelle interviste e la grande competenza che dimostra nella sua attività. Secondo me, appartiene alla categoria di "calabresi alla Corrado Alvaro": le radici saldamente ancorate nella propria terra e le ali spiegate in Europa e nel mondo!
Michelangelo Frammartino ha usufruito delle possibilità di formazione offerte da una metropoli come Milano, ma non ha mai rinnegato le proprie origini, anzi ne ha tratto linfa per la vita ed il lavoro.

Dopo vari cortometraggi ed istallazioni, nel 2003 realizza a Caulonia il suo primo film, "Il dono", che descrive, attraverso la morte del protagonista e dei suoi animali domestici, la fine di un mondo, ma esprime anche un messaggio di speranza nella gioventù, attraverso la consegna di un dono alla giovane co-potagonista.

Nel 2010 gira a Caulonia, sulle Serre e nel Parco del Pollino, "Le quattro volte", una pellicola che volge sguardo ad una civiltà troppo in fretta rinnegata, in nome di un’ingannevole modernità, e ci permette di riscoprire Pitagora e la metempsicosi.

Alla morte di un anziano pastore, la sua anima si incarna in un capretto, poi trasmigra nel regno minerale ed infine in quello vegetale. Abbiamo così la possibilita‘ di recuperare la memoria delle antiche radici che hanno dato dignità all’Uomo e costruito l’impalcatura culturale su cui ancora oggi si regge tutto il mondo occidentale.
Nel 2021, infine, esce "Il buco", il racconto di una spedizione di dodici speleologi piemontesi che nel 1961 esplorano l’Abisso del Bifurto, un profondissimo inghiottitoio che scende in verticale per 683 metri nel Parco del Pollino. I protagonisti del film - la grotta ed i corpi che vi si immergono – ci pongono di fronte alle impellenti domande del nostro tempo: il rapporto dell’Uomo con la Civiltà, la Scienza e la Natura.

In perfetta controtendenza col nostro tempo, Michelangelo Frammartino crea un cinema in cui ipnosi e meditazione si compenetrano, permettendo ai paesaggi visivi e sonori di trasformare gli spettatori in co-protagonisti di una comune ricerca.
Il regista considera Vittorio De Seta come modello; inoltre ha tratto ispirazione dal filmato "Der Lauf der Dinge" (Il corso delle cose) degli artisti multimediali svizzeri Fischli e Weiss ma, secondo me, col grande innovatore del cinema italiano non condivide soltanto il nome di battesimo! Però questo avremo certamente modo di scoprirlo in futuro; intanto possiamo affidarci ad ogni suo "long take", nella certezza di riceverne un sicuro effetto estetico, ma anche terapeutico.

Nella nostra - umana, troppo umana! - ansia di sfuggire alla fame, alla paura, al dolore che ci procura la vita e la fine di essa, ci siamo creati una gabbia dorata in cui la tecnica sta soffocando la nostra parte piu‘ nobile.
Il cinema di Michelangelo Frammartino ci offre la possibilità di respirare i paesaggi ancora incontaminati della Calabria, di  immergerci nella Natura, fin nel suo ventre profondo, per ritrovare noi stessi e costruire quindi con le altre creature un rapporto armonico che possa rendere la vita sulla Terra ancora degna di essere vissuta!