LA RECENSIONE. Fascismo e populismo, Antonio Scurati, Bompiani

LA RECENSIONE. Fascismo e populismo, Antonio Scurati, Bompiani

Antonio Scurati dopo il suo doppio M. torna sul tema. Con il suo fascino potente e consolatorio, cento anni fa Mussolini sedusse l’Italia mentre i suoi squadristi la violentavano. In quel duplice gesto, oggi come allora, palpita il cuore nero di ogni tentazione autoritaria.

Che cosa accomuna il fascismo ai sovranismi di oggi? Qual è la cattiva lezione che Mussolini lascia in eredità? L’autore della saga di M, tradotta in tutto il mondo e presto una serie tv, offre una risposta a questi interrogativi con ‘’Fascismo e Populismo’’ (PASSAGGI BOMPIANI. Pagine 120. In libreria dal 16 novembre. 15,00 €).

L’allarme per un ipotetico ritorno del fascismo guarda nella direzione sbagliata. L’attenzione degli allarmati democratici si concentra sui segnali più vistosi: gesti identitari (saluti romani, croci celtiche), violenze fisiche, manifestazioni di odio razziale. Si tratta di fenomeni esecrabili, ma appunto perché plateali forse meno pericolosi rispetto a quello meno immediatamente evidente: i movimenti politici che, pur ripudiando il ricorso alla violenza agita sul piano fisico (ma non su quello verbale) e pur muovendosi all’interno delle regole del gioco democratico, manifestano chiari caratteri ereditari del fascismo novecentesco.

Sono quei partiti – spesso difficilmente riconducibili alle categorie di destra e sinistra – che vengono convenzionalmente definiti come populisti o sovranisti.  Mentre i nostalgici dichiarati del nazifascismo non sono che un fenomeno di nicchia, i populisti europei e americani discendono, consapevolmente o inconsapevolmente, non dal Mussolini fondatore del Partito Fascista ma dal Mussolini che per primo intuisce i meccanismi della seduzione politica nella società di massa: in questo libro Scurati individua questi meccanismi e li smonta uno per uno, consegnandoci la chiave dell’epoca inquieta che tutti stiamo attraversando.

Che cosa si fa quando si sta un passo indietro? Si ragiona, si analizza, si prevede? No: si fiuta. E cosa si fiuta quando si riduce la vita politica ai suoi umori? Quasi sempre i malumori. E qual è l’odore dominante quando la civiltà si avvilisce al suo substrato animale? L’odore acido della paura. [...]

Esiste una sola passione politica più forte della speranza, e questa è la paura. Ma paura di cosa? Paura delle speranze degli altri. Ieri paura del trionfo della rivoluzione socialista, oggi paura del trionfo delle speranze in una vita migliore di popoli costretti a migrare in massa verso l’Europa.

ANTONIO SCURATI è docente all’Università IULM, editorialista di Repubblica, ha vinto i principali premi letterari italiani ed è tradotto in tutto il mondo. Esordisce nel 2002 con Il rumore sordo della battaglia, poi pubblica nel 2005, Il sopravvissuto (Premio Campiello) e negli anni seguenti Una storia romantica (Premio SuperMondello), Il bambino che sognava la fine del mondo (2009), La seconda mezzanotte (2011), Il padre infedele (2013), Il tempo migliore della nostra vita (Premio Viareggio Rèpaci e Premio Selezione Campiello). Del 2006 è il saggio: La letteratura dell’inesperienza, seguito da altri studi, tra cui la monografia Guerra. Il grande racconto delle armi da Omero ai giorni nostri. Del 2018 è M. Il figlio del secolo, primo romanzo dedicato al fascismo e a Benito Mussolini: in vetta alle classifiche per due anni consecutivi, vincitore del Premio Strega 2019, è in corso di traduzione in quaranta paesi e diventerà una serie televisiva. Del 2020 è M. L’uomo della provvidenza (Prix du livre européen), e del 2022 M. Gli ultimi giorni dell’Europa.