REGGIO. A CdA Nando Minnella, l’uomo che cerca

REGGIO. A CdA Nando Minnella, l’uomo che cerca
NandoMinnella   Nando Minnella è scrittore, giornalista, storico, studioso delle culture dei Nativi d’America, intellettuale italiano, di Reggio Calabria. È ospite di Calabria d’Autore venerdì 20 maggio 2016.

Introdotto sul palco da Antonio Calabrò, sale accompagnato da Daniela Mazzeo e Graziella Saffioti e dall’applauso del pubblico.

Pensavamo fosse venuto a parlarci del suo ultimo interessante scritto,” Internetmania”, sul potere e non-potere di internet, ma Minnella ha dentro di sé l’odore della polvere e delle Colline Nere, ha ancora nel cuore e nell’anima il canto dello Sciamano e subito ci affascina e ci trasporta sulle Black Hills alla ricerca dei Nativi d’America. “Abbiamo camminato per tre giorni e poi finalmente si sono fatti trovare. Immaginate di cercare qualcuno in Aspromonte”. Ci racconta del suo ginocchio, partito da casa un po’ malandato e guarito come per incanto da una corsa a cavallo. Del suo incontro silenzioso con lo sciamano. Del nome che i Sioux gli hanno dato dopo il periodo di convivenza: L’uomo che cerca e che viaggia: Wicasa Omani.

Calabrò interviene per parlare di potere. Il potere che possiede le cose e le persone. Minnella risponde con una disamina sulle modalità storiche delle culture dominanti, dall’Antica Grecia ad oggi, ed invita alla consapevolezza e alla libertà come espressione somma dell’uomo.  Approfondisce i paragoni con le culture “altre”: ed afferma che in quella dei nativi americani l’equilibrio tra razionale e irrazionale non è mai stato spezzato, essi convivono nella spiritualità dell’essere in perfetta armonia con la natura, senza gerarchie. Il maschile e il femminile, la ragione e il cuore, senza prevalenza alcuna dell’uno sull’altro. Nella nostra cultura, invece, il maschile ha preso il sopravvento e l’equilibrio spezzato ha corrotto la perfezione. Così, si sono create le classi, e il potere di una specie sull’altra, di un popolo sull’altro, dell’uomo sulla donna, di un uomo su un altro uomo.

E dal potere Daniela Mazzeo, citando Kant e Churchill, passa alla libertà. Minnella sorride. La libertà, secondo lo scrittore, non è un concetto astratto, ma la liberazione da tutto ciò che ci opprime: il pregiudizio, ad esempio, e il bisogno. Non si può essere liberi se condizionati e oppressi dal pregiudizio e dal bisogno. E purtroppo nelle società umane cosiddette evolute la libertà si compra con il denaro.

Antonio Calabrò  invita alla conversazione Graziella Saffioti  che, citando Chatwin, parla di sogno e di concretezza.  L’uomo che cerca, superando il materialismo storico con la leggerezza di una moltitudine di letture, spiega come i sogni, in tante culture non industrializzate, siano come estensioni presagistiche della realtà, intuizioni della nostra mente. Quasi un equilibrio tra realtà e magia.

Per discutere del libro “Internetmania”, interviene la Mazzeo, passando dai Nativi d’America ai nativi digitali e alle possibili direzioni della società futura popolata da essi. Minnella, conoscitore di anime e di culture, ragiona insieme ai suoi interlocutori sui danni e i benefici di questa società digitale, sull’evoluzione, a volte stonata, dei linguaggi, sui neologismi e sullo “slang” giovanile. Sulle possibili soluzioni per uscire da questo momento sociale di stallo in cui ci troviamo. “L’indisciplina sociale, i piccoli focolai di diffusione della cultura, il veicolo delle idee di libertà intellettuale”. Tante piccole cose che pensiamo anche noi si possano attuare.

La Saffioti insiste sui collegamenti tra linguaggio e pensiero, introducendo il discorso dell’ospite che, sconfiggendo un catastrofismo sterile, invita all’uso corretto delle parole, alla riflessione articolata, al ragionamento continuo quale mezzo di contatto e di miglioramento.

Ci piace il sorriso vero di Nando Minnella, il suo pensiero positivo, la sua voglia di vivere, la sua saggezza fuori dagli schemi, ci piace il suo corredo indiano e la sua passione per i viaggi, ma anche per la sua terra. Ci siamo accorti subito, al primo sguardo, della sua eccezionalità. Lo salutiamo con un applauso avvolgente e ci auguriamo di vederlo ancora su questo palco. Arrivederci Uomo che cerca.