SVIMEZ. Nord e Sud insieme nella crisi, separati nella ripresa. Ultima la Calabria

SVIMEZ. Nord e Sud insieme nella crisi, separati nella ripresa. Ultima la Calabria

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Nell'anno "terribile del Covid l'Italia secondo le stime Svimez si trova unita nella crisi, con un calo del Pil nel 2020 relativamente omogeneo a livello territoriale, se confrontato con l'impatto profondamente asimmetrico della precedente crisi, ma con una previsione di ripresa fortemente differenziata nel biennio 2021-22 a sfavore del Sud".
E' quanto emerge dalle anticipazioni del rapporto 2021 "Economia e società del Mezzogiorno" della Svimez, l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno.

"Mentre il Centro-Nord con la ripresa 2021-22 recupererà integralmente il Pil perso nel 2020 - sottolinea il rapporto - il Mezzogiorno a fine 2022 avrà ancora da recuperare circa 1,7 punti di Pil che si sommano a circa 10 punti persi nella precedente crisi 2008-13 e non ancora recuperati".

Il dato che emerge con maggiore chiarezza e' che le tre regioni del Centro-Nord Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto che dall'inizio del duemila via via si sono progressivamente staccate dalle altre, in quanto più dinamiche, dovrebbero essere interessate anche nel biennio 2021-2022 da una crescita del Pil superiore a quella dell'intero Centro-Nord e di conseguenza anche del Paese.

Le previsioni regionali per il 2021 evidenziano al Sud una migliore crescita del Pil per Abruzzo e Campania (rispettivamente +4,6% e +4,2%); seguono Puglia (+3,5%) e Sardegna (+3,2%), e quindi Basilicata, Molise e Sicilia con un +2,8%; chiude, infine, la Calabria (+2,1%). Solo le prime tre regioni si attestano, dunque, su livelli superiori alla media prevista per la circoscrizione (+3,3%). Nel Centro si evidenzia la buona crescita di Toscana (+5,1%), Lazio (+4,6%), Marche (+4,4%) e, in coda, Umbria (+4,0%).

La Svimez "sottolinea tre nodi ancora irrisolti: mancanza di una ricognizione puntuale dei fabbisogni di investimento sulla quale basare un'allocazione delle risorse aggiuntive stanziate dal Piano coerente con l'obiettivo di ridurre il divario di cittadinanza di chi vive e fa impresa al Sud; esigenza di rendere cogente il rispetto del vincolo di spesa 'media' del 40% cosi' da assicurare il conseguimento di quote di spesa aggiuntiva adeguate al raggiungimento di target specifici di livelli di servizi su singole misure; come evitare che la piu' bassa capacita' progettuale delle amministrazioni meridionali determini il paradosso che le realta' a maggior fabbisogno finiscano per beneficiare di risorse insufficienti".

L'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno "insiste sull'immediato rafforzamento della progettualità degli enti locali e regionali del Mezzogiorno e su una governance condivisa, che superi la frammentazione e l’autoreferenzialità delle programmazioni, soprattutto regionali, nel pieno coordinamento tra diverse amministrazioni, al fine di evitare di riaccendere la miccia della conflittualita' tra Governo e amministratori locali. La Svimez propone la costituzione di centri di competenza territoriale, formati da specialisti nella progettazione e attuazione delle politiche di sviluppo, anche in raccordo con le Universita' presenti nel territorio, in grado di supportare le amministrazioni locali, e in particolare i Comuni".