PASQUALE LAURITO. Quando la Repubblica arrivò in Calabria (a Lungro e a San Giovanni in Fiore)

PASQUALE LAURITO. Quando la Repubblica arrivò in Calabria (a Lungro e a San Giovanni in Fiore)

"Il più bel ricordo della mia giovinezza e' stato quando da giovane militante del Pci riuscii, nel mio paese di nascita, a Lungro, comunità arbresh, ad accompagnare la piccola popolazione del paese in fila a votare per la Repubblica. Ogni uomo indossava l'abito della festa e soprattutto le donne sposate usavano l'abito di gala, tessuto in oro e argento, per fare per la prima volta il proprio dovere di elettrici".

Pasquale Laurito il fondatore della Velina Rossa celebra la festa della Repubblica con un ricordo personale. "Il paese dette oltre il 70 per cento alla Repubblica, in una regione in cui dominavano il marchese Lucifero e il barone Longo. Anche il solo votare era oltre che un atto di civiltà e un gesto coraggioso. Ricordo che un altro grande centro calabrese seguì Lungro, ed era San Giovanni in Fiore. Anche li' vinse la Repubblica. Queste erano le isole della democrazia di sinistra nella mia regione.

Abbiamo subito pressioni di ogni genere, e in particolare modo anche da parte di quei vescovi che allora non erano come quelli di oggi, erano invece schierati e col fronte monarchico", ricorda Laurito. In particolare, aggiunge, lo era "il vescovo della diocesi di Lungro, di rito greco, il quale ci ricordava sempre che ogni 15-20 giorni si recava a confessare la regina Elena, che era anche lei di rito greco. Ecco perché' quando il vescovo vide il corteo di donne vestite a gala che andava a votare Repubblica, mormorò parole di biasimo non verso di loro, ma verso noi altri della sezione Comunista che quella manifestazione avevamo preparato e che fu un tripudio dopo il risultato elettorale".

L'autore della Velina Rossa ricorda che "ci furono momenti molto difficili soprattutto per i signori calabresi che in precedenza si pensavano i padroni assoluti. Per loro il successo della democrazia e della Repubblica annunciava il tramonto. Anche le forze sociali calabresi non rispondevano più al motto di un tempo 'credo, obbedire e combattere'".