"E' davvero stupefacente che la Cgil inviti Oliverio a lasciare il passo al
generale Pezzi come Commissario della sanita' calabrese. La posizione assunta
oggi dal sindacato rinnega e contrasta con le battaglie comuni che in questi
anni abbiamo condotto, sia come espressioni sindacali che dai banchi
dell'opposizione consiliare a Scopelliti e al centrodestra". E' quanto afferma,
in una nota, il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione. "Le critiche,
anche da parte della Cgil - prosegue Guccione - le abbiamo rivolte soprattutto
alla gestione del Piano di Rientro e, rispetto a questa gestione, il generale
Pezzi non puo' essere considerato estraneo. Il mandato di governo conferito dai
calabresi con grande fiducia, e' una forte domanda rivolta al presidente
Oliverio affinche' garantisca prima di tutto ad ogni cittadino il diritto alla
cura della salute che ora in molte aree della CALABRIA e' precluso. Suona quasi come una beffa, ancora
di piu' quando lo fa la Cgil, chiedere ad Oliverio di mettersi da parte e
affidare la gestione al generale Pezzi. E' davvero curioso che la Cgil non
riesca ad essere consapevole che una simile posizione rischia di convergere con
quanti oggi sono intenti a difendere probabili interessi lobbistici che magari
da anni si annidano nel sistema pubblico e privato e negli apparati della
sanita' calabrese". "Ed e' altrettanto strano - sostiene ancora il consigliere
regionale del Pd - l'atteggiamento dell'Ufficio del Commissario che, mentre i
calabresi decidevano da chi fare governare la CALABRIA nei prossimi 5 anni, era intento a convocare
riunioni con i dirigenti delle Asp e delle Ao per definire il documento di
programmazione della rete ospedaliera, dell'urgenza-emergenza e della rete
territoriale che va nella direzione di fare dipendere sempre di piu' la sanita'
calabrese da quelle di altre regioni facendo aumentare l'emigrazione passiva che
dopo oltre quattro anni di commissariamento e' passata da 240 milioni ad oltre
300 milioni di euro. E' da qui che si esercitano pressioni, anche a Roma,
proprio al fine di impedire ad Oliverio di esercitare una efficace azione di
risanamento e moralizzazione. Se Oliverio dovesse accogliere il consiglio della
Cgil non farebbe altro che assumere una posizione pilatesca che potrebbe essere
intesa come copertura ad una continuita' di gestione. In ogni caso compete al
Governo nazionale decidere la nomina del Commissario". "La normativa vigente -
evidenzia Guccione - impone al Governo che sia Oliverio il Commissario della
sanita' calabrese, essendo egli stato eletto Presidente della Regione in data
antecedente al 31 dicembre 2014. Le pressioni vengono esercitate da tutt'altre
direzioni e sono tese a forzare la legge proprio perche' vogliono impedire ad
Oliverio di tagliare gli sprechi, contenere la spesa ed operare per garantire
sin da subito i livelli essenziali ed una efficiente rete di assistenza -
emergenza. Ad Oliverio va solo riconosciuto il coraggio di metterci la faccia ed
assumersi direttamente la piena responsabilita' nel dare conto ai calabresi
della sua effettiva capacita' di amministrare una sanita' che la faccia finita
con le gestioni affaristiche e clientelari e sia dedicata, invece, alla cura
della salute
generale Pezzi come Commissario della sanita' calabrese. La posizione assunta
oggi dal sindacato rinnega e contrasta con le battaglie comuni che in questi
anni abbiamo condotto, sia come espressioni sindacali che dai banchi
dell'opposizione consiliare a Scopelliti e al centrodestra". E' quanto afferma,
in una nota, il consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione. "Le critiche,
anche da parte della Cgil - prosegue Guccione - le abbiamo rivolte soprattutto
alla gestione del Piano di Rientro e, rispetto a questa gestione, il generale
Pezzi non puo' essere considerato estraneo. Il mandato di governo conferito dai
calabresi con grande fiducia, e' una forte domanda rivolta al presidente
Oliverio affinche' garantisca prima di tutto ad ogni cittadino il diritto alla
cura della salute che ora in molte aree della CALABRIA e' precluso. Suona quasi come una beffa, ancora
di piu' quando lo fa la Cgil, chiedere ad Oliverio di mettersi da parte e
affidare la gestione al generale Pezzi. E' davvero curioso che la Cgil non
riesca ad essere consapevole che una simile posizione rischia di convergere con
quanti oggi sono intenti a difendere probabili interessi lobbistici che magari
da anni si annidano nel sistema pubblico e privato e negli apparati della
sanita' calabrese". "Ed e' altrettanto strano - sostiene ancora il consigliere
regionale del Pd - l'atteggiamento dell'Ufficio del Commissario che, mentre i
calabresi decidevano da chi fare governare la CALABRIA nei prossimi 5 anni, era intento a convocare
riunioni con i dirigenti delle Asp e delle Ao per definire il documento di
programmazione della rete ospedaliera, dell'urgenza-emergenza e della rete
territoriale che va nella direzione di fare dipendere sempre di piu' la sanita'
calabrese da quelle di altre regioni facendo aumentare l'emigrazione passiva che
dopo oltre quattro anni di commissariamento e' passata da 240 milioni ad oltre
300 milioni di euro. E' da qui che si esercitano pressioni, anche a Roma,
proprio al fine di impedire ad Oliverio di esercitare una efficace azione di
risanamento e moralizzazione. Se Oliverio dovesse accogliere il consiglio della
Cgil non farebbe altro che assumere una posizione pilatesca che potrebbe essere
intesa come copertura ad una continuita' di gestione. In ogni caso compete al
Governo nazionale decidere la nomina del Commissario". "La normativa vigente -
evidenzia Guccione - impone al Governo che sia Oliverio il Commissario della
sanita' calabrese, essendo egli stato eletto Presidente della Regione in data
antecedente al 31 dicembre 2014. Le pressioni vengono esercitate da tutt'altre
direzioni e sono tese a forzare la legge proprio perche' vogliono impedire ad
Oliverio di tagliare gli sprechi, contenere la spesa ed operare per garantire
sin da subito i livelli essenziali ed una efficiente rete di assistenza -
emergenza. Ad Oliverio va solo riconosciuto il coraggio di metterci la faccia ed
assumersi direttamente la piena responsabilita' nel dare conto ai calabresi
della sua effettiva capacita' di amministrare una sanita' che la faccia finita
con le gestioni affaristiche e clientelari e sia dedicata, invece, alla cura
della salute