Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, gli indagati, agendo con assoluta sfrontatezza, raggiungevano le vittime all'interno o nei pressi delle loro attività commerciali invitandoli a fare un'offerta libera" in favore dei detenuti della cosca di appartenenza.
In un caso, a dimostrazione della particolare capacità di penetrazione e dell'asfissiante controllo del territorio posti in essere, uno dei fermati, ritenuto un elemento di spicco della cosca, era riuscito anche a sapere che un imprenditore del luogo si era aggiudicato all'asta un importante lotto di terreno, nonostante lo stesso avesse partecipato tramite procura e con la formula "per persona da nominare" e la cui identità doveva quindi rimanere segreta, e lo aveva redarguito per non avere chiesto la sua autorizzazione alla partecipazione a quell'asta ed invitandolo a "vedere il da farsi".
I provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Reggio sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo a Guidonia (Roma), Lomazzo (Como) - dove la cosca Paviglianiti ha delle ramificazioni - Melito e Bagaladi. Gli indagati sono Natale Paviglianiti, di 46 anni, di San Lorenzo, di fatto domiciliato a Lomazzo; Natale David Paviglianiti (26) di San Lorenzo; Francesco Leone alias "nano" (29) di Melito Porto Salvo; Salvatore Polimeni (46), di Melito Porto Salvo, residente a Guidonia; Angelo Fortunato Chinni' (36), di Melito Porto Salvo Melito. I molteplici episodi di estorsione e di tentata estorsione hanno riguardato un'azienda attiva nel settore della grande distribuzione ed il titolare di un noto lido di San Lorenzo, al quale sarebbe stato chiesto di recuperare "un pensiero" in considerazione dell'appena conclusa stagione balneare. Richiesta alla quale il titolare del lido ha deciso di opporsi, subendo poi il danneggiamento di un mezzo usato nella preparazione del lido per la stagione balneare 2016.
I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.45 al Comando provinciale Carabinieri di Reggio dal procuratore della Repubblica di Reggio Federico Cafiero de Raho