CORSIVI. Ma Guerra e Resistenza son fenomeni diversi

CORSIVI. Ma Guerra e Resistenza son fenomeni diversi

kiev

La Repubblica italiana, con la sua Costituzione democratica, si fonda sulla Resistenza.

E la Resistenza non è stata una scampagnata al canto di Bella ciao. È stata la rivolta della dignità, il recupero dell’onore, l’assunzione di responsabilità per far uscire il paese dalla tragedia in cui altri l’avevano portato. Dignità, onore, responsabilità – visione culturale feconda di umanità e di futuro – passati, tutti, attraverso le armi: e, con esse, attraverso dolore e morte.

Le parole Guerra e Resistenza non sono sinonimi. La guerra l’ha voluta e la sta conducendo Putin con la sua cerchia. Il popolo ucraino, con il suo presidente, resiste. La scelta di campo, per chi sa cosa ha significato e significa per noi la Resistenza, non può che essere ovvia.

E non è stata la guerra di Putin a relegare nel giro di qualche giorno  i due anni di emergenza covid, che parevano uno spartiacque nella storia del mondo, quasi ad un graffio sulla pelle dell’umanità. Ci sono state tante guerre, dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Anche a questa, forse, avremmo reagito con una buona dose di indifferenza se non ci fossimo trovati davanti ad un’eroica Resistenza.

È proprio questa Resistenza che fa risaltare l’obbrobrio, la scelleratezza, della Guerra. E pone il mondo di fronte all’urgenza di superare gli snodi del passato e i cascami del Novecento per essere all’altezza della storia del futuro.