di ALDO VARANO - La conferenza stampa di venerdì scorso dei Commissari prefettizi ha confermato lo scoop precedente della Gazzetta del Sud. La Terna ha deciso di chiedere ufficialmente la proroga, cioè altri 6 mesi di tempo. Massimo Acquaro aveva già spiegato, all’uscita della sentenza del Tar Lazio, l’iter per ottenerla ma anche le contraddizioni politiche che sarebbero nate per Alfano e Scopelliti. Aveva visto bene.
Le affermazioni centrali dei commissari nella conferenza stampa sono state due.
La prima. «Sì, chiederemo la proroga di altri sei mesi del commissariamento perché lo scioglimento del Comune è un fatto chirurgico e dopo l'intervento chirurgico, adesso occorre la terapia e poi la riabilitazione. Noi tecnicamente chiederemo la proroga perché siamo ancora nella fase della terapia, altri poi decideranno sulla riabilitazione».
Fin qui, niente di sconvolgente. Ci si può chiedere se la richiesta di proroga è stata concordata col prefetto di Reggio o no. Se il Viminale è stato preavvertito o no. Se ha dato il via libera o meno. Se l’ok è arrivato dagli uffici che si occupano di queste vicende e/o dopo aver sentito anche il ministro Alfano. O se il ministro è stato ignorato per non coinvolgerlo e non metterlo in imbarazzo. Sia chiaro: i Commissari non hanno alcun obbligo di informare o ottenere il permesso per chiedere una proroga. Ma il Ministero dell’Interno ha alle spalle una tradizione di lavoro di squadra e soluzioni concordate.
Comunque, retroscena a parte, questa prima dichiarazione sembra annunciare un’operazione accettabile perfino per Scopelliti, Arena e il cdx mandato a casa. Avere sostenuto che l’operazione scioglimento fosse sbagliata (pardon: un complotto) non significa pretendere che si debba interrompere il chirurgo mentre opera sul corpo aperto del paziente inciso.
La seconda. Ha spiegato il prefetto Chiusolo, capo della Terna:
«Il nostro è un compito arduo perché vanno rimesse in campo tutte quelle pratiche corrette e rispettose della legalità sia formale che sostanziale. Pratiche indispensabili per ricostruire un nuovo rapporto di fiducia con i cittadini, un rapporto che è stato spezzato e tradito dall'inerzia, da connivenze, da scelte poco chiare, da interessi di parte; per cui questo rapporto va ricostruito». E per chi non avesse capito ha aggiunto che bisogna «ricucire il tessuto amministrativo sfibrato e consunto da scelte sbagliate e fallimentari che non sono andate nell'interesse della società civile». Giudizi più pesanti delle motivazioni della sentenza del Tar del Lazio che ha fatto infuriare gli scopellitiani e l’ex sindaco Arena.
La mossa del cavallo è tutta qui: i Commissari hanno messo le mani avanti: la proroga serve per non lasciare a metà la pulizia in un Comune dov’erano state cancellate le “pratiche corrette” dove era ignorata la “legalità sia formale che sostanziale”; viene chiesta “per ricostruire un nuovo rapporto di fiducia con i cittadini”, rapporto “spezzato e tradito” da “inerzia”, “connivenze”, “scelte poco chiare”, “interessi di parte”. Un’analisi impietosa che racconta di un trionfo del malaffare confermando a posteriori e senza scampo la fondatezza dello scioglimento duramente contestato (per iscritto) da Alfano, Scopelliti, Arena e l’intero cdx.
C’è poco da girarci intorno. Viste e studiate le carte e dall’alto della loro esperienza, i Commissari certificano che il Comune era infiltrato, che l’illegalità la faceva da padrone, che interessi particolari e oscuri turavano tutti i pori della Casa Comunale. E per sanare tutto questo, concludono, serve altro tempo. Qualcuno vuol prendersi la responsabilità di dire che non è vero e che il Comune è tornato una casa di vetro?
Il ministro è/sarà d’accordo oppure tanta nettezza serve a convincerlo a non mettersi di traverso?
Scopelliti avrà problemi ad accettare giudizi che sanciscono in modo definito e formale che il Comune che lui ha gestito e diretto per anni, prima di cederlo pochi mesi ad Arena, era corrotto e infiltrato. Una tegola proprio mentre il Governatore sta per afferrare un posto nell’olimpo del Ncd che regge il governo del paese.
La proroga è un dettaglio della vicenda reggina. Ma nei dettagli c’è la coda del diavolo. Capiremo molte cose del futuro di Reggio e di Scopelliti da come andrà a finire questa storia.
Elezioni ad Aprile o a ottobre? In gioco, oltre che una data e un quesito, ci sono un bel po’ di carriere.