di ALDO VARANO - Signor Governatore, sono apprezzabili i due gesti che Lei ha compiuto nelle ultime ore. Il comunicato con cui nega vi fossero intenzioni offensive per i gay nelle sue parole sugli uomini che servono per governare Reggio e la lettera ad Alessandro Paone, omosessuale dichiarato, a cui promette il posto di capolista nel Ncd se deciderà di candidarsi a Reggio.
Bene. La comunità gay, Reggio, la Calabria, hanno bisogno di serenità. Osservo però che siamo ancora lontani dal cancellare le discriminazioni sessuali nella nostra comunità. Servono gesti concreti in assenza dei quali il Suo comportamento rischia di diventare un rattoppo per nascondere sottili complicità verso pregiudizi diffusi.
Credo che Lei non volesse offendere i gay. Nessun politico, lo fa alla vigilia delle elezioni. Possono accusarla di tante cose ma non di essere indifferente ai voti. Per questo il giornale che dirigo ha tenuto “bassa” la notizia sulle Sue parole (a parte il magnifico pezzo di Tiziana Calabrò).
Ma le Sue parole, questo è il punto al di là delle intenzioni, hanno avuto un suono discriminante che ha leso la sensibilità dei gay e di quanti percepiscono le ansie del nostro presente storico. Lei ha spiegato che per governare la città serve con essa un rapporto amoroso ma ha sostenuto che il rapporto amoroso, quello vero, denso, vitale, gioioso e felice, è solo e soltanto quello tra un uomo e una donna. Tutti gli altri, quelli di “uomini che sono innamorati di altri uomini” li ha esclusi. Quanto alle donne che amano altre donne, non Le sono neanche venute in mente. E’ proprio questa l’origine della discriminazione: agganciare la dignità e il valore della persona alle proprie tendenze sessuali. Un’opinione che nega uguali diritti per tutti, cioè l’universalità dei diritti.
Proprio perché questa negazione è ancora tra noi e bisogna combatterla, le parole sono pietre e possono ferire. Ecco perché, Presidente, è importante ma non sufficiente essere amici dei gay. Serve altro.
Tempo fa dopo una vicenda cittadina scrissi su Fb: “Io sono ebreo”. Ci fu una pioggia di “Anche io” e “Mi piace”. Tempo dopo alcune persone gay vennero picchiate a Roma e scrissi su Fb: “Aldo Varano è gay”. Dopo 48 ore nessuno si era aggiunto. Neanche miei amici gay e quelli culturalmente attrezzati. Né uomini né donne. I pregiudizi, bisogna riconoscerlo, non se li porta dentro soltanto chi è sindaco o Governatore. Sono dentro ognuno di noi. Successivamente arrivò un modesto “Mi piace” di due amiche di mia figlia - le ricordo per il loro eroismo: Aurelia e Serena –. Forse si schierarono coi Gay, forse intenerite dalla mia solitudine, forse solidali con la loro amica. Mai approfondito.
Insomma, si possano fare battute ed esempi su quel che si vuole, ma mai utilizzando ferite aperte e dolenti di chi è discriminato dal pregiudizio.
Per questo il suo comunicato, io credo, non basta. E l’invito a un omosessuale eccellente e famoso come Paone serve a poco e rischia di sembrare una vetrina pubblicitaria. Un gesto per concedere ai gay il diritto elettorale passivo che per la verità possiedono fin dai tempi di Sparta ed Atene e hanno sempre esercitato (di nascosto) anche in Italia.
Sarebbe invece utile e dimostrerebbe la reale volontà di fare un passo avanti un gesto concreto che anziché riconoscere qualcosa o limitarsi alla solidarietà modifichi la situazione.
Al culmine di giorni carichi di tensione i gay a Reggio chiesero l’istituzione del registro delle coppie di fatto, che esiste in tantissimi comuni italiani di cdx e csx. Avrebbe risolto anche problemi di persone dello stesso sesso che senza essere gay vivono insieme per spezzare le proprie solitudini e aiutarsi reciprocamente. Il sindaco Arena non se la sentì di fare quel gesto accampando l’immaturità della città, come se i diritti fossero un privilegio o una concessione e non una condizione universale.
Governatore, invece di Paone (che se candida nel suo partito é scelta sua e dei cittadini che in esso si riconoscono) si impegni, se la sua parte vincerà le elezioni, a istituire il registro, a scrivere questo impegno nel programma comunale del Ncd e sfidi tutti i partiti a fare altrettanto.
Lo faccia come cittadino di Reggio e leader di una forza politica importante. Come Governatore, invece, agisca e chieda a tutti comuni calabresi di fare altrettanto. Non ha alcun potere di imposizione sui Comunni, è vero; ma può avviare un’azione di moral suasion che farebbe fare grandi passi in avanti. E apra la Calabria a un grande festa dell’orgoglio gay, un gay pride che collochi la nostra regione e la nostra città tra le grandi capitali del culturalmente avanzato inviando all’Italia, da qui dove siamo carichi di problemi, un segno di apertura (che farebbe arrivare anche un bel po’ di turisti).
Se compisse questi gesti concreti le parole da Lei dette verrebbero rapidamente dimenticate senza diventare espressioni che, in futuro, le verranno rinfacciate come segno di chiusura rispetto al grande tema dei diritti umani che non sono né degli omo né degli etero, né di destra, né di sinistra, ma patrimonio di tutte le persone che hanno e si riconoscono in una comune radice umana.