di ALDO VARANO - Il Ncd del Governatore Scopelliti esce allo scoperto sulla città di Reggio. Lo fa a poche ore dall’arrivo in città del ministro Alfano che del Ncd è il leader ma che è soprattutto il Ministro dell’Interno che avrà ruolo decisivo sul destino di Reggio rispetto alla proroga o alle elezioni.
Il carico calato sul tavolo della politica cittadina come prossimo sindaco di Reggio si chiama Nico D’Ascola che con una sofferta intervista a Giovanni Verduci sul Quotidiano, scandisce la frase che per intero la giustifica: “Una volta presa la decisione è chiaro che mi sento pronto ad assumere questa grande responsabilità”.
D’Ascola dice anche che vuol capire “se uno è più bravo a fare il legislatore o per fare il sindaco”: un saggio della fama di uomo e avvocato prudente che non si fa stringere mai nell’angolo del tutto o nulla e tiene sempre aperto uno strettissimo spiraglio da dove sfilarsi. Questa volta, nell’ipotesi che il progetto del Ncd dovesse saltare.
Ma al di là di come finirà, la candidatura è destinata ad allentare le tensioni che attorno alla scelta del sindaco si potrebbero accumulare nel Ncd e nell’intero schieramento. E’ difficile opporsi alla candidatura sia pur guardinga di D’Ascola. Un nome solo e Scopelliti spazza via la folla di aspiranti modesti e mediocri che sgomitano per potersi sedere sulla poltrona da cui è stato spodestato Demetrio Arena.
In più l’avvocato presenta un bel po’ di vantaggi da incassare subito. Intanto, nonostante sia senatore viene avvertito dalla città come uno che con la politica non c’entra nulla, che se ha soldi non li ha guadagnati lì dove sembra essere capitato per caso: un professionista momentaneamente, molto momentaneamente, prestato al girone infernale della cosa pubblica. Un vantaggio mentre infuria il vento dell’antipolitica senza se e senza ma che vede il prestigio dei politici al di sotto, molto al di sotto, della suola delle scarpe.
Secondo, D’Ascola parla anche a pezzi della borghesia cittadina che pure non sopportando la deriva verso cui la città è stata spinta potrebbero essere tentati al ritorno nell’ovile del cdx concedendogli un’altra possibilità: insomma, la candidatura parla e offre una via d’uscita (anche se probabilmente illusoria) alla borghesia in crisi della città. Senza contare il rilesso nell’intero cdx e specie in Fi dove si sarebbe potuto snobbare uno dei giovanotti dell’ex sindaco che scalpitano, ma dove la partita diventerà più complessa se si tratta di far fuori (politicamente) un professionista di grido.
Infine, la candidatura aprirà fibrillazioni negli schieramenti dell’opposizione che continuano a faticare ad accettare che Scopelliti ha saldato un gruppo che si muove come un solo uomo sugli obiettivi e quindi riesce a spostarsi rapidamente sullo scacchiere delle necessità (si guardi a come ha rammendato la ferita col movimento gay) in una fase in cui la rapidità delle mosse è decisiva nel creare difficoltà e agitazione tra chi si perde nelle procedure antiche e lente precedenti alla crisi epocale che inizia a riflettersi anche a Reggio.
La candidatura D’Ascola mette in luce, soprattutto, la debolezza strategica delle opposizioni che non riescono ad uscire dai lenti fotogrammi della tradizione e si attaccano alla metodologia della politica anziché scegliere la fatica di un progetto nuovo e radicalmente innovativo. Da qui la scelta delle primarie, ad esempio, per nascondere e riparare le proprie interne lacerazioni e l’impotenza a scegliere il gioco a tutto campo con un progetto di reale allargamento, sociale prima di tutto e ancor prima che politico. Da qui la chiusura nella striminzita area culturale del csx: quasi una rassegnazione alla sconfitta e alla copmetizione per il miglior perdente.
Infine, ma non è l’ultimo dei calcoli del Ncd del Governatore, la scesa in campo di D’Ascola è anche tentativo per far saltare l’eventuale proroga del commissariamento di Reggio. Certo, sul piano formale c’entra come il cavolo a merenda. Ma Commissariamento e proroga sono, piaccia o no e a noi non piace, ad alto contenuto discrezionale e conterà parecchio sui membri del Governo che se va via la terna arriva uno qualunque oppure un parlamentare che ha lavorato e difeso le ragioni del Governo Letta quando Berlusconi ha sbattuto la porta.