Progettare Reggio è ancora possibile? L’interrogativo di Cristina

Progettare Reggio è ancora possibile? L’interrogativo di Cristina

imp      di VINCENZO FILARDO - Caro Direttore, ho letto con attenzione l’articolo di Cristina Liotta “Io quindicenne di Reggio, vi dico che….” e penso che valga la pena non trascurarlo. Nella sua essenzialità ella coglie un punto fondamentale di “verità” rispetto al momento che stiamo vivendo: come può una comunità avere un futuro se non si accendono i motori della “speranza” e del “protagonismo sociale”? Un interrogativo coraggioso, figlio anche della spontaneità di una quindicenne, ma ancor più coraggioso e saggio se rapportato al contesto in cui siamo “impantanati”, chi più chi meno – siamo sinceri - un po’ tutti.

E rileggendolo, l’articolo, mi è tornato alla mente il linguaggio che ci trovammo ad utilizzare – si trattava allora di un discreto manipolo di persone di “buona volontà” democraticamente orientate – per affrontare un altro momento difficile per Reggio. Eravamo nella seconda metà degli anni ’80 nel pieno della guerra di mafia e con il terremoto che, a livello cittadino nei partiti di governo, di lì a poco sarebbe seguito.

Anche tu sei stato testimone attento ed hai saputo raccontare al Paese intero quegli anni.

Ebbene per alcuni mesi tra l’estate e la fine del 1988 nella stanza del Gruppo regionale della Sinistra Indipendente nell’allora sede di palazzo Sarlo, sede anche delle Commissioni consiliari, quel manipolo di persone (alcune scomparse, Cingari, Di Marco, Comerci, ma moltissimi tuttora vivi e vegeti) s’incontrava la sera per ragionare intorno ad un’idea “costituente” di un nuovo governo cittadino, in grado di rappresentare un’”ALTERNATIVA PER REGGIO”.

E giacché nessuno dei partecipanti si sognava mai di “accollarsi” un tale carico, facendo da subito una lista, si decise di seguire la via “maestra”, ovvero di preparare una proposta rivolta alla città, capace di essere compresa e al tempo stesso di sintonizzarsi con tutte quelle parti ancora sane e vitali allora presenti. Fu così che nacque l’idea di andare verso una Nuova Costituente Democratica, proposta che venne presentata con una sua apposita piattaforma al teatro Margherita il 20 dicembre di quell’anno nella cornice di uno spettacolo dal titolo non casuale “Amare Reggio”.

Sull’onda di quell’iniziativa, qualche mese dopo, una lista capeggiata dal prof. Cingari “Alternativa per Reggio” affrontò la competizione elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale ed aprì la strada per un’inversione di rotta nella vita politica e sociale di Reggio; inversione che trovò poi un esito, anche a livello amministrativo, con la prima nomina a sindaco del prof. Falcomatà, avvenuta com’è noto in Consiglio Comunale a seguito della messa in minoranza del Sindaco Giuseppe Reale, in base alle norme allora in vigore.

Ecco, caro Direttore, tornando al pezzo della giovane Liotta, vorrei trovare il modo di regalarLe in cambio quella “piattaforma programmatica” presentata in quella bella serata di “Amare Reggio” al teatro Margherita. Essa riproduce certo lo “spirito” di quel tempo ma, nascendo dal libero contributo di persone libere, contiene – vedrai - molte parole del pezzo della Liotta e pertanto – credimi – una sua straordinaria attualità.