EUROPEE 2014. Calabria, Campania, Puglia, Sicilia: il paradiso possibile degli euroscettici

EUROPEE 2014. Calabria, Campania, Puglia, Sicilia: il paradiso possibile degli euroscettici

SAMPAIO-peuple-europeendi VITO BARRESI - Ve lo ricordate il ministro della paura, la straordinaria trovata tutt'altro che surreale di Antonio Albanese nel suo spettacolo Psicoparty?

Per quanto fantacomica quella geniale idea di rappresentare una società senza paura come una casa senza fondamenta rischia adesso di materializzarsi proprio nelle prossime elezioni europee del 2014. Sotto il segno della angoscia collettiva e dell'incertezza economica e occupazionale Europee 2014 elezioni della paura.

Secondo fondate stime demoscopiche il 63% degli europei ha paura di scivolare nella precarietà, ritiene di aver perso il senso del futuro. E se proviamo tutti questo timor panico è perché ormai sappiamo bene che il confine dell'esclusione si oltrepassa in un solo senso. Ormai da oltre un quinquennio nelle province, negli stati e nelle regioni del vecchio continente non c'è più purgatorio ma soltanto un inferno per molti, il paradiso per pochi, come racconta il sociologo Marc Augè nel suo saggio più recente dedicato alle nuove paure dell'Unione.

In intere nazioni, la Grecia, il Portogallo, la Spagna e l'Italia, milioni di persone, lavoratori, giovani disoccupati, donne e famiglie sono passate dalla sfera delle garanzie a quella della precarietà, se non addirittura a quella della povertà. Una drammatica retrocessione nei bassifondi della classifica sociale ed economica in cui nessuno ha più possibilità, chance di migliorarsi e quel che resta è soltanto tentare di resistere, talvolta vanamente, per non precipitare ancora più in giù. Europa nuovo paesaggio sociale della paura incastonato proprio al centro del mondo globale? L'esempio continentale più macroscopico resta il Sud. Qui l'Unione Europea ha deluso un po tutti.

I cosiddetti fondi strutturali si sono rivelati un marchingegno costoso e inutilizzabile, creato dai super burocrati di Bruxelles che di fatto in oltre trentanni hanno fallito ogni loro obiettivo. Scaricando poi la colpa sui cittadini, il crimine organizzato, la litigiosità politica, l'arretratezza del mezzogiorno e quant'altro di abnorme esiste nelle regioni meridionale. Ma sollevando anche il legittimo sospetto che solo loro sono sempre dalla parte della ragione. Proprio in considerazione che il prossimo voto, esprimerà sia un sentimento locale sia una condizione collettiva, l'angoscia delle periferie meridionali, le aree regionali che si affacciano sul Mediterraneo, adesso rischia di rendersi fragorosamente evidente. Svelando la linea rossa di un distacco, un vuoto politico marcato dal disinteresse che potrebbe diventare anche una silenziosa ma plateale diserzione delle urne.

Insomma gli euroscettici hanno ancora un altro posto al sole da scoprire in Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, ecc. laddove l'avvento dell'Euro ha segnato una vistosa perdita di competitività internazionale nelle varie economie regionali, la percezione del crollo dell'originalità sociale e produttiva dei territori, specie nel mondo rurale e nel settore turistico e ambientale, il fondato allarme di una totale svalutazione del proprio peso politico in sede nazionale e internazionale, l'impressionante processo di decadimento e declassamento del ceto politico locale, con la connessa perdita di un affidabile, credibile ceto dirigente di respiro europeo.

Sentimenti che serpeggiano non più sottotraccia, non solo orizzontalmente, ma anche nella verticalità di tutti i sistemi istituzionali. Fino al punto di aggregare nella cittadinanza meridiana una convinzione molto diffusa e rilevante: all'UE manca un’idea di futuro mediterraneo. Tanto che per i meridionali l'Europa reale è quella dei potenti, dei furbi, dei funamboli dei mega progetti, quei giocolieri che smazzando carte sui tre bilanci comunitari, nazionali e regionali, hanno lasciato al sud l'intero peso continentale di fronteggiare l'immigrazione e la clandestinità di milioni di profughi. Con tutto il seguito di esasperazione, tragedie e rivolte ben illustrato dalla cospicua cronaca in materia.