Se queste proposte innovative ci sono è utile vengano fuori subito per aprire un confronto “alto” e dare la possibilità a tutti di offrire un contributo alla determinazione che chiaramente spetta sempre in ultima istanza all’assemblea legislativa regionale adottare. La Calabria ha necessità che la sua massima istituzione di governo legislativa e amministrativa sia completamente ammodernata completando un processo avviato nelle scorse legislature anche e soprattutto su input della legislazione nazionale.
La riforma costituzionale, se confermata dal referendum, toglierà definitivamente i fondi ai gruppi regionali e, inoltre, dimezzerà le indennità dei consiglieri. Cambiamenti significativi che non faranno però automaticamente della Regione un ente riformato e comunque questo avverrebbe per volontà di Renzi e dell’Italia e non della Commissione regionale per le riforme che i maligni dicono sia stata costituita solo per dare una poltrona ad Ncd in aggiunta alla vicepresidenza affidata al consigliere Pino Gentile. Posti e incarichi mal ripagati se si tiene conto che sia Cosenza che a Crotone il Pd è stato lasciato solo.
Lo dico perché il Ncd ha dato la sensazione di essere interessato molto di più ai fatti che non alle idee. Uno scenario che lascia immaginare che al Ncd o si offre un posto nella Giunta regionale o è meglio non disturbare i suoi rappresentanti con Commissioni speciali ma inutili.
In ogni caso, noi non siamo maligni quindi fuori le “carte” e discutiamo. Per la Regine servono riforme profonde come ha dimostrato la questione delle nomine. Se invece si dovesse scoprire che “idee” non ce ne sono né nelle carte né nelle teste sarebbe bene, anzi urgente, che questa Commissione “speciale”, che comunque costa risorse alla Regione, venga subito abolita. La maggioranza con in testa Oliverio e Irto potrebbe promuovere una proposta di legge da presentare nell’apposita Commissione ordinaria, o ancora meglio, in una sessione speciale del Consiglio che dovrà pur discutere presto come riformare la Regione.
Sarebbe un errore sottovalutare la grande difficoltà che presenta qualsiasi progetto riformatore della regione. Ma si ha il dovere di tentare prima che dentro gli spazi di Palazzo Campanella entri la “la folla”, un animale assai più pericoloso del povero vitello abbattuto sabato scorso nel cortile del Consiglio regionale.