
Costo del biglietto 42 euro, che va moltiplicato per i posti a sedere che sono circa 5 mila. Oltre all’Elettra sono rappresentate l’Alcesti di Euripide e la Fedra di Seneca.
Questo ogni sera, a partire dal 13 maggio e fino a fine giugno. Si tratta del 52mo ciclo di rappresentazioni classiche in quel teatro. E’ quindi del tutto chiaro che a Siracusa i resti archeologici sono un potente volano di sviluppo economico e turistico per tutta un’area della Sicilia orientale, cresciuta a dismisura negli ultimi decenni. In termini di strutture alberghiere, di ristorazione, di indotto di vario genere e di richiamo per altre bellezze di quella porzione dell’isola.
Tutto, fin qui, noto e magari anche arcinoto. Sollevo un solo – uno solo, per carità – problema.
Mi chiedo, infatti, come mai niente di simile, anche alla lontana, sia potuto accadere in Calabria dove – questo e’ il punto – esiste un grande teatro greco del IV secolo avanti Cristo simile per bellezza e impatto estetico a quello di Siracusa, con 4500 posti. Parlo ovviamente del teatro di Locri – tra l’altro nel comune di Portigliola - che invece fino a poco tempo fa non era nemmeno visitabile e quindi tantomeno fruibile, non solo ai fini delle rappresentazioni teatrali ma addirittura per una semplice visita turistica e che versava in pietose condizioni di abbandono.
Ora, per fortuna, è tornato visitabile, magari non sempre, per mancanza di personale, ed e’ stato rimesso in migliori condizioni.
Non chiedo che Locri diventi come Siracusa ma – vivaddio – almeno che li’ si renda possibile una valorizzazione e una fruizione pieni, tutti i giorni e anche la sera. Qui come a Siracusa ha lavorato Paolo Orsi; lì un grande classicista come Giusto Monaco ha messo in piedi l’Istituto del Dramma Antico ed ha posto le basi per quello sviluppo globale di cui s’e’ detto.
Si può – Governo, Regione, privati, chi si vuole – lavorare perché quel meraviglioso Teatro di Locri-Portigliola possa essere anch’ esso - nel medio periodo e senza fare inutili voli pindarici - un potente volano di sviluppo per quella zona così spesso dimenticata e martoriata? E tralascio tutto quello che c’e’ in zona: da Monasterace a Bruzzano, dalle ville romane allo stesso Antiquarium di Locri.