Questo giornale si è tenuto lontano dalla notizia limitandosi a pubblicare, in modo molto striminzito e poco appariscente, il diluvio di dichiarazioni provocato dai consistenti mezzi economici del gruppo iGreco. Altri giornali, legittimamente, hanno optato per altre scelte editoriali. Del resto, siamo di fronte a un fenomeno tanto nuovo e inedito quanto inquietante ed è quindi ovvio che, in attesa di una prassi consolidata, vi siano tra i giornali (quelli che non ci marciano) oscillazioni e diversità.
La cosa che ci inquieta non è il responso della Swg-iGreco su Oliverio. Del resto, nei giorni scorsi questo giornale ha pubblicato un’ampia riflessione sulla vicenda del consenso dei Governatori calabresi dell’ultimo ventennio che, probabilmente, non ha fatto fare salti di gioia (ammesso e non concesso abbia avuto il tempo per leggerlo) ad Oliverio. Inquieta, invece, il modello che il gruppo iGreco ha scelto e realizzato e che propone ai calabresi perché il suo utilizzo comporta meccanismi consentiti solo a chi trova in una situazione privilegiata economicamente perché è ricco e potente. Un meccanismo che schiaccia riflessione e argomentazioni coi quattrini.
Indispensabile chiedersi: è legittimo che qualunque cittadino, anzi che i cittadini che se lo possono permettere perché sono ricchi, e loro soltanto, ordinino a pagamento sondaggi su singole persone per poi utilizzarli o meno pubblicamente nell’ambito delle loro strategie? Quanti cittadini sarebbero disposti a giurare che se il sondaggio Swg invece di segnalare un (presunto) crollo di Oliverio avesse segnalato un’impennata, iGreco, proprietario del sondaggio per aver sborsato i quattrini necessari a confezionarlo, lo avrebbe comunque diffuso? Terzo, com’è possibile che un sondaggio a pagamento dia un risultato così palesemente utile a chi lo paga mentre un sondaggio non mirato perché indaga un intero fenomeno (in questo caso tutti i Governatori italiani) ne dia uno così radicalmente diverso?