Eravamo a Belo Horizonte, per la sfida Brasile – Cile; finalmente seduto tra gli addetti alla stampa, in compagnia di prestigiosi giornalisti della RAI, di Sky, di Mediaset, che parlavano di tutto tranne che di calcio, con il taccuino e la penna pronti, stavo per compiere il mio dovere e raccontare una delle partite decisive di questa competizione. Sudamericani contrapposti, rivalità di campanili esotici, Vinicius De Moraes contro Pablo Neruda, Toquino contro gli Inti Illimani, tifosi gialli come la mimosa contro tifosi rossi come papaveri.
Prima dell’intervallo uno scugnizzo brasiliano mi ha portato un pizzino degli amici. Avevano rintracciato lo stregone Mumbulu, quello del cellulare, che nella giungla se la tira vestito di frasche, gli ossi al naso e le pitture magiche, ma in città possiede una suite imperiale all’ultimo piano del grattacielo Niemayer ed è proprietario di una catena di ristoranti caratteristici. Con il mio spiccato senso del dovere sono uscito di corsa per rintracciare il vecchio stregone e cercare di riavere il telefono, magari in cambio di una fornitura di chiavi inglesi, delle quali sono rappresentante; ma il vecchio Jerry, che teneva d’occhio la suite e l’aveva visto uscire in abiti d’affari e autista, ha avuto la pensata, per guadagnar tempo, di entrare nell’appartamento e di provvedere a recuperare il telefono, magari lasciandogli un biglietto di scuse.
Così, con la chiave universale di Esse- Esse siamo entrati, e ho trovato subito il nostro telefono, lasciato sul comodino. Il vecchio tirchio non aveva fatto neanche una telefonata. A questo punto sono iniziati i nostri guai, perché davanti alla porta d’uscita, venuto fuori da chissà quale tana, si era piazzato il cane da guardia dello stregone. Che non era un cane. Era un ’anaconda, lunga circa quattro metri, con lo sguardo tranquillo e assassino. Ci ha tenuti bloccati dentro per tre giorni. Per fortuna che c’erano la televisione e il frigo pieno. Ci siamo barricati in cucina, e devo dire che è la prima volta che vedo seriamente delle partite.
Il Brasile ai rigori ha superato il Cile. Ho aperto la tele in tempo per vedere Neymar battere il suo con quella andatura sbilenca che sembra insicura. Le emozioni si sono sprecate, ma alla fine i padroni di casa ce l’hanno fatta. La sera la Colombia ha sconfitto l’Uruguay per due a zero. Suarez il masticatore di uomini è stato estromesso dal calcio – se affidato ai servizi sociali non è dato saperlo – e senza la sua classe per non dire dei suoi denti l’Uruguay scende di livello in modo impressionante. Nella Colombia James Rodriguez segna due gol da antologia, di quelli che si studiano nelle università. La perfezione stilistica coniugata alla fantasia e al coraggio. E in momenti come questi che capisci che il calcio è tutto nella vita. Mi chiedo: com'è stato possibile che alcuni santoni abbiano sostenuto che lo sport è l'oppio dei popoli?
Francia e Germania si sono liberate delle sparring partner e si affronteranno in un quarto di finale classico, che rinverdisce secoli di antagonismo, di guerre e di rivalità. Il cuore dell’Europa che va a fuoco. I francesi spolverano il bastone di feldmaresciallo e lo affidano al candido Benzema, i tedeschi, che finora sono sembrati i più solidi del mondiale, hanno uno squadrone di teutonica potenza e di germanico genio, e si sono già candidati al titolo. Sarà battaglia, come è sempre stato tra le due.
L’Olanda ha mandato a casa i coraggiosi Messicani e si scontrerà con la vera sorpresa: il Costarica, che ha eliminato nell’ordine Inghilterra, Italia e Grecia, cioè tremila anni di storia e di imperi. Se riuscirà a compiere il miracolo con gli Orange, entrerà di diritto nella storia.
Dopo due giorni chiusi nella prigione-suite dello stregone, Jerry ha scovato un metodo per liberarci del nostro carceriere. Messa da parte l’idea di fare come Conan, che si liberava dei serpentoni staccandogli la testa, abbiamo utilizzato i sonniferi del padrone di casa, che a quanto pare abbonda con i sedativi. Li abbiamo lanciati verso l’anaconda con tutti i flaconi, di vetro e gomma, e lei li ha ingurgitati con ingordigia. Però ha la digestione lunga, così ci sono volute sei ore prima che si addormentasse.
Siamo riusciti a fuggire e siamo già in volo verso la prossima partita: Argentina Svizzera, a San Paolo. Ma la cosa più importante è che abbiamo recuperato il cellulare perduto! Il mondiale continua!
Florentino
Ok. Ma ora non andare in giro a rivenderti il cellulare per poi rifilarmi la balla che l’hai di nuvo perduto o te l’hanno rubato. Riportalo in Calabria, niente più scuse. Qui stiamo perdendo la pazienza e potremmo decidere di non pubblicare più i tuoi pezzi! Stai attento!