CALABRIA IN SERIE A. SIAMO TUTTI CROTONESI

CALABRIA IN SERIE A. SIAMO TUTTI CROTONESI
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Si può usare la metafora di Cenerentola che alla fine riesce a impalmare il Principe azzurro e va a vivere felice e contenta in un meraviglioso palazzo che si chiama SERIE A. O si può raginare su quant’è testardo Vrenna che in poco più di un ventennio è riuscito a portare la squadra agli onori della gloria.

Come che siano le cose, i crotonesi non hanno tempo per pensare. Cantano a squarciagola “Ma il cielo è sempre più blu”, la canzone di Rino Gaetano, un altro mito della città di Pitagora che nacque qui.

Sa la città in festa senza eccezione alcuna di aver fatto un miracolo, di aver riacciuffato la Calabria modesta dello sport per farla salire nella cima più alta della serie A. Senza smargiassate, senza polemiche. Con un lavoro duro e lungimirante nonostante la micidiale scoppola di 4 gol 4 nella prima giornata del campionato.

Nonostante un campo da 10mila posti scarsi che potrebbe essere scambiato col campetto di quartiere dove si esibisce la passione dei ragazzi. Ma a Crotone, pare non soltanto nello sport si ha la sensazione che si lavori sodo e per progetti. Al piccolo Scida, il campo del Crotone si giocherà la serie A, garantiscono all’unisono il sindaco e il presidente della squadra. Servirà la deroga ma poi, nel 2017 Crotone avrà un impianto senza barriere, il primo dell’Italia meridionale, meritatissimo perché la grande passione degli sportivi non è mai diventata incidente, esasperazione o prepotenza. Insomma, una bella pagina lontana dalle violenze. Dietro c’è la squadra, i giocatori, allenatore e dirigenti. Ma l’impressione più generale è che a Crotone ci sia uno sforzo corale ad ampio raggio. Perché il successo, anche nello sport, non è mai un miracolo improvviso e incomprensibile, ma la fatica programmata da un’intera collettività. Fu così a Catanzaro, fu così a Reggio. E’ così a Crotone. Ed è la dimostrazione che quando si lavora e si fa “squadra” i risultati prima o poi arrivano. Anche nella Calabria disastrata. Ed è per questo che oggi dallo Stretto alla Sila siamo tutti crotonesi. Sì, il cielo è sempre più blu, come aveva capito un crotonese eccezionale come Rino Gaetano, blu come da ieri sera si canta a squarciagola tra danze e caroselli in tutti gli angoli della città di Pitagora.