FORMICHE. Provocatori, dissacranti, disturbanti. E bravissimi!

FORMICHE. Provocatori, dissacranti, disturbanti. E bravissimi!
aper    Quando in fondo al palco dello Zanotti Bianco, entrando, ho visto ergersi in tutta la sua vetustà una tazza per gabinetto con tanto di sciacquone a zaino come nei più tristi bagni di casa nostra, ho capito che lo spettacolo Formiche, che di lì a poco sarebbe iniziato, sarebbe stato molto interessante. I due spettacoli della rassegna teatrale Yard 2017 sono stati preceduti dalla lettura di alcune poesie di Baudelaire a cura della bravissima Teresa Timpano (direttrice di Scena Nuda e tra gli organizzatori della rassegna) apparsa in scena come una fiamma nel buio con un abito rosso, rendendo ai Fiori del Male tutto la loro travolgente intensità.

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Formiche è stato il primo spettacolo con Saverio Tavano che ha curato anche testo e regia e Alessio Bonaffini. Provocatorio, dissacrante, disturbante all’estremo e riesce, anche nella furia del paradosso, ad essere  divertente. Questo spettacolo si propone, e ci riesce benissimo, di scuotere gli animi per non avere alibi, per guardare su quel palco il riflesso deformato -ma solo un poco- della nostra alienata realtà, in un mondo di solitudine oltre misura, in cui l’ambiente esterno ha la parvenza di una vita ma nella sostanza è solo un altro immenso  vuoto. “Per riuscire nella vita è meglio essere astuti, (non furbi, astuti che sanno anche sfuggire i calci in culo) o è meglio avere sempre la scusa pronta?” È uno dei quesiti in sospeso dello spettacolo teatrale. E le formiche? C’entrano. Onnipresenti nell’appartamento dei protagonisti invadono e minacciano il loro spazio, sfuggendo a ogni trappola, a ogni insetticida, ossessionano una vita minacciata da ogni parte, o forse solo intrappolata da una solitudine radicata ed estrema, qualcosa che somiglia molto alla morte in Dissipazio HG di Morselli.

Un piacevole intervallo si consuma sul terrazzo per tutti gli spettatori con un aperitivo in una bellissima corte interna, che coglie di sorpresa in questo scorcio di bellezza reggina nascosta e inaspettata.

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Il secondo spettacolo è D5 Pantani di Chiara Spoletini testo e regia, mentre sul palco ci sono Sebastiano Gavasso e Stefano Moretti. Nato come lavoro su commissione, questa scrittura prende la mano alla regista, la appassiona, coinvolge nella consulenza Francesco Ceniti (giornalista della Gazzetta dello sport) esperto delle vicende di Pantani e Tonina Pantani la mamma del campione, e diventa un atto d’amore e di fiducia per un grandissimo sportivo che ha visto la sua vita distrutta e finita nel giro di cinque anni (1999-2004), dal test truccato risultato positivo al doping al cosiddetto suicidio nella solitudine di una stanza d’albergo.

La regista Chiara Spoletini congegna la scena soprattutto tra il pubblico, mentre  gli attori chiedono implicitamente agli spettatori di partecipare al loro racconto, riportando ognuno a modo proprio la stessa storia: dal punto personale di Pantani e da quello del giornalista che quella storia la documenta e la scrive. Le voci e i racconti si inseguono in un continuo contrappunto, integrato da alcune testimonianze registrate e supporti audiovisivi.

La Compagnia artistica dello spettacolo D5Pantani, resterà a Reggio per una interessante iniziativa: un workshop teatrale di quattro giorni "Dal libro....alla scena...al Giro d'Italia" che mostrerà il processo creativo che partendo dal libro porta alla messa in scena dello spettacolo.

Andare a teatro oggi, non significa tanto farsi convincere, ma piuttosto cercare di capire operando lo sforzo di vedere nel continuo scambio tra attore e spettatore con un coinvolgimento autentico, a volte impegnativo, ma al quale  non si può restare indifferenti.
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