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Renzo Arbore e la sua banda di "pazzoidi" 

Sin dalla sua nascita nel 1961, il Secondo Canale RAI, oggi RAIDUE, impostò la programmazione con uno spirito alternativo a quello del Programma Nazionale, producendo programmi con tratti sperimentali  ed innovativi.
Nel 1976 i dirigenti della seconda rete decisero di contrapporre al neonato contenitore del primo canale, la “Domenica In” ideata da Corrado, un programma che comprendesse le caratteristiche proprie della rete, che a quell’epoca prevedeva per la domenica un palinsesto orientato sugli eventi sportivi,  audacemente mixato da siparietti leggeri e di costume.
Per creare il programma alternativo i dirigenti contattarono Renzo Arbore, reduce  dallo strepitoso successo del programma radiofonico “Alto gradimento”, il quale,  unitamente ad Ugo Porcelli ed a Maurizio Barendson, quest’ultimo responsabile della parte sportiva, idearono un  varietà singolare, innovativo e goliardico che si opponeva perfettamente all’eleganza formale  del programma condotto dal presentatore romano che mandava in onda “la Domenica tradizionale”: quella di Arbore ovviamente diventava “L’altra Domenica”, per realizzare la quale l’istrionico foggiano chiamò a sé un cast eterogeneo composto da amici “pazzoidi”, giocosi e bischeri.
L’idea funzionò talmente bene che lo spazio sportivo venne ridotto sempre più sino a quasi sparire, poiché il cast orchestrato sapientemente catturava l’attenzione di un pubblico eterogeneo, costretto a rimanere in casa a causa dell’austerity imposta dal rincaro dei carburanti deciso dalle compagnie petrolifere.
Capitava quindi che l’italo-americano Andy Luotto portasse in studio un asino in carne ed ossa mentre Arbore rispondeva alle telefonate di un quiz, o che “Mister Ramengo”, alias Mario Marenco nella parodia del giornalista RAI Vittorio Orefice, esprimesse strampalati giudizi sulle opere d’arte raffigurate  nel collegamento da Parigi o Londra, o che Roberto Benigni, stravaccato su una poltrona in pelle, si ergesse a stralunato critico cinematografico, mentre l’esordiente (e bellissima) figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman dal nome Isabella forniva informazioni sulla moda e lo stile in collegamento dalla “Big Apple”, La Annichiarico seguiva gli eventi Rock, la Carlucci in pattini a rotelle girava per l’Italia.
Dopo la prima edizione Barendson lasciò la conduzione del programma, che aumentò la sua durata di anno in anno in seguito all’inaspettato successo della formula  nella quale le luci ed i colori di uno dei primi programmi che il colore possedeva erano assolutamente ipnotici.
E la sigla di chiusura, “Fatti più in là”, offriva al pubblico le strepitose antesignane delle drag-queen: le meravigliose, inguardabili, trasgressive “Sorelle Bandiera”.
Il primo a rendersi conto della svolta epocale nella programmazione televisiva fu lo stesso Arbore, che da allora decise di offrire al pubblico italiano, solitamente tradizionalista, una serie interminabile di programmi cult dove la goliardia svegliava dal torpore mediatico.
Grazie, “Venzo”.