"TI AMO, CALABRIA." (Leonida Repaci)

"TI AMO, CALABRIA." (Leonida Repaci)
jovanotti A suo tempo, fummo in tanti a dare addosso a Gabriele Muccino per il pressappochismo - anche linguistico - con cui aveva realizzato il (costosissimo!) spot pubblicitario sulla Calabria, commissionatogli dalla Regione. 
Ma molti 
 furono anche i Calabresi che per giorni e giorni, con umiltà, grande affetto e cognizione di causa - nonché gratuitamente! -  fecero circolare in internet filmati, slide, foto con le tante meraviglie della nostra terra. La qualità di quei lavori era spesso artigianale, ma non per questo essi erano meno validi dell'opera del grande regista romano. 
Insomma, quell'azione spontanea mi  consolò non poco, regalandomi al contempo l'illusione che si stava facendo un altro piccolo passo lungo quel percorso che vede i Calabresi raccontarsi - finalmente! - da sé.

Adesso, invece, vedo una marea di persone in adorazione davanti alle lodi sperticate, dedicate alla nostra terra da Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti! 
Ma proprio a nessuno viene in mente come questo signore stia - giustamente e semplicemente - pubblicizzando i suoi "beach events" programmati su alcune nostre spiagge per l'estate in arrivo? 
Cos'
è questo nostro sterile "Pensa tu che poi copio-ed-incollo io"? 
Questo continuo ribattere: "Menomale-che-lo-dice-Lui-quanto-sei-bella, Calabria-nostra!" potrebbe rivelare - ancora una volta! - un certo atteggiamento di sudditanza nei confronti dello straniero, del turista, dell'ospite,  che dicono bene della nostra terra, mentre noi, invece, rimandiamo di continuo il nostro divenire cittadini, ma non perdiamo occasione per dare addosso a quei Calabresi che, a nostro insindacabile giudizio, non meritano tale indicazione d'appartenenza.

Personalmente trovo troppo facile attribuire le responsabilità sempre e solo agli altri, senza fermarci ad interrogarci un attimo sulle nostre scelte, sui nostri atteggiamenti. L'amore per la propria terra non dovrebbe funzionare ad intermittenza, ma essere una presenza costante nel pensare, nel dire, nel fare.

E comunque sia, il grande amore per la Calabria non può prescindere da quello, altrettanto grande, per l'Italia, di cui la nostra regione è uno splendido compendio! Troppo a lungo, in questa "penisola nella Penisola", come la chiamo io,  siamo stati "tra di nui", per troppo tempo abbiamo ascoltato una sola campana - quella dei potenti - facendola nostra, mentre disprezzavamo la patria troppo lontana/straniera/ esosa/ nemica. Ora è giunto il momento di apprendere ad amarle entrambe. Chiamando - finalmente! - per nome i mali passati ed attuali, ma disegnando, al contempo, un comune futuro.   

Un futuro che comprende, ça va sans dire, un'ottima conoscenza della lingua nazionale - soprattutto quando ci si erge a peroratori e peroratrici della "Causa Calabria".