Alta Velocità Sud e Sicilia: proposte che bloccano lo sviluppo per un secolo

Alta Velocità Sud e Sicilia: proposte che bloccano lo sviluppo per un secolo

I Governi nazionali hanno messo e stanno mettendo la Calabria e la Sicilia fuori dall’Alta Velocità che si è realizzata e che si sta realizzando in tutta l’Italia ed in tutta l’Europa.
Il silenzio dei Governi regionali della Sicilia e della Calabria chiude definitivamente la possibilità di uno sviluppo delle due regioni con la loro integrazione in Italia ed in Europa.

CALABRIA
La letteratura tecnica internazionale riporta le lunghezze delle linee convenzionali ferroviarie, tra varie coppie di città e le lunghezze delle linee ad Alta Velocità (AV) tra le stesse coppie di città.

La Torino-Milano era 139 chilometri (linea convenzionale) ed è passata a 128 chilometri (linea ad AV), con una riduzione dell’8% della lunghezza; la Milano-Bologna da 210 è passata a 200 chilometri con riduzione del 7%; la Bologna Firenze da 91 a 81 chilometri con riduzione del 12%.  Cioè nei tracciati montagnosi si riduce di più passando dalla convenzionale alla AV. In Francia la Parigi Bordeaux è passata da 421 chilometri (linea convenzionale) a 390 chilometri (linea AV) con riduzione dell’8%. In Spagna la Madrid Barcellona è passata da 621 a 501 chilometri con riduzione del 24%. Considerando tutte le linee AV dei tre Paesi e le rispettive linee convenzionali la riduzione media della lunghezza quando si costruisce la nuova linea AV è del 12%.

Nel Sud Italia la linea convenzionale (attualmente in uso) Salerno Reggio Calabria è lunga 393. La linea AV proposta dal Governo nazionale è di 445 chilometri. L’aumento di lunghezza è di 52 chilometri.
Unico caso in Italia ed in Europa. 52 chilometri in più significano: da un lato più costi, almeno 2 miliardi e mezzo, e quindi più scavi e più cemento, dall’altro più tempo per percorrere il tratto Salerno-Reggio di una AV che, nel peggiore dei casi, sia con la stessa lunghezza della linea convenzionale.

SICILIA
Il PNRR prevede che con l’Alta Velocità Palermo-Catania il tempo attuale di 3 ore verrà ridotto di un’ora ed il tragitto sarà quindi coperto in 2 ore. RFI, sulla base del PNRR e del Piano Commerciale di FS, indice una gara per la progettazione e la esecuzione di un lotto funzionale della Palermo-Catania, tutto su un nuovo tracciato. Nel comunicato dell’8 Novembre 2022 si legge: “La gara ha un valore di circa 1,7 miliardi di euro, di cui 470 milioni finanziati con i fondi del PNRR. Gli interventi consistono nella realizzazione di 47 chilometri di nuovo tracciato in variante rispetto alla linea attuale.”

La distanza ferroviaria tra Catania e Palermo con la linea attuale convenzionale è di 240 chilometri. Riducendo della percentuale media europea, prima richiamata, del 12 %, si potrebbe realizzare una linea da 220 chilometri. La distanza tra Roma Termini e Napoli-Afragola, lungo la linea ad Alta Velocità, è di 210 chilometri e il treno impiega 55 minuti. Se sulla futura Catania-Palermo il treno potesse camminare con la stessa velocità che ha sulla Roma-Napoli, il tempo varierebbe da 57 minuti a 62 minuti, diciamo 1 ora.
Invece PNRR (cioè Governo Centrale) e FS prevedono due ore.
Si vede chiaramente che la Catania-Palermo avrà un tempo doppio rispetto a quello che si potrebbe avere con un’Alta Velocità come la Roma-Napoli. Cioè si avrà una Mezza Alta Velocità: altro primato italiano ed Europeo.

Dato che è stato pubblicato il bando per la progettazione perché il Governo nazionale, il Governo regionale non impongono a FS di realizzare in Sicilia un’AV che colleghi Catania e Palermo in 1 ora?
Colpisce il silenzio totale dei Governi regionali per l’AV, ma colpisce anche il silenzio dei vertici dei partiti di opposizione. Silenzio totale sul futuro di 10 milioni di italiani.

Probabilmente è il silenzio connesso con l’autonomia differenziata, con la spesa storica: realizzare una AV vera in Sicilia e Calabria vorrebbe dire impegnare le stesse risorse che già 15 anni addietro sono state spese nelle altre regioni italiane, vorrebbe dire garantire gli stessi Livelli Essenziali delle Prestazioni per il diritto alla mobilità.
C’è in gioco l’abbattimento del CO2, la crescita del PIL e della accessibilità, il futuro di milioni di persone e l’integrazione dell’estremo Sud, Calabria e Sicilia, in Italia ed in Europa.

*Unirc