Nei giorni scorsi l’Università della Calabria con il suo Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale ha diffuso un breve comunicato in cui si dava conto di un accordo di collaborazione con sedici Comuni Calabresi, assieme per fronteggiare strutturalmente il grave problema del caro energia, muovendosi lungo la strada della transizione energetica. sfruttando le risorse del PNRR, ben 2,2 miliardi, destinati a finanziare la nascita di Comunità di Energia Rinnovabile.
Una presenza distratta su qualche organo di informazione ma poi nulla di piu. Eppure questo e’ il segno, ulteriore, di come possa crescere il rapporto tra scienza e territorio ma anche quello di segnalare il valore di una Universita’ (nel caso di specie l’Unical) che si collega al mondo che la circonda e lavora per migliorarlo, tra l’altro su un terreno cosi’ attuale e drammatico come il costo dell’energia e gli aumenti che tutti ci stiamo trovando in bolletta su luce e gas.
Il Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale ha dato, infatti, l’avvio all’iter per costruire le prime Comunità di Energia Rinnovabile in Calabria per andare ben oltre l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno energetico delle comunità locali, abbattendo drasticamente i costi per cittadini le imprese e gli enti locali. Si tratta di un’iniziativa di ben più ampio respiro con la quale si intende costruire una cooperazione in forma solidale tra le comunità locali, per produrre energia in forma aggregata da fornire anche al difuori dei confini delle stesse comunità. Comunità di Energia Rinnovabile, quindi, che producendo energia oltre il proprio fabbisogno possano produrre reddito per la collettività contribuendo alla riduzione della generazione da fonte fossile e alla decarbonizzazione del sistema energetico.
L’obiettivo è dare alle popolazioni locali la possibilità di passare da semplici passivi consumatori di energia a veri e propri esportatori di una risorsa locale quale, appunto, la preziosa energia solare, per generare risorse economiche per lo sviluppo locale e, nel contempo, decisamente contribuire alla transizione energetica.
La Calabria attualmente, infatti, produce ben 12mila GWh/anno di energia da centrali termoelettriche tradizionali (quasi esclusivamente alimentate a gas) che, tolta una parte destinata al fabbisogno interno, destina all’esportazione verso altre regioni (circa 10.500GWh/anno) che destina all’esportazione fuori regione.
E’ quindi un grande controsenso per una regione come la Calabria essere un importante produttore ed esportatore di energia da fonte fossile nonostante la preziosa “miniera” di fonti rinnovabili che insistono sul proprio territorio. Risorse preziose in questa grave congiuntura energetica, per l’economia e soprattutto per il soddisfacimento di fabbisogni primari di molte famiglie in difficoltà.
Invertire la tendenza di questo fenomeno che vede la Calabria grande produttore ed esportatore di energia usando il costosissimo Gas, per passare a grande produttore ed esportatore di energia rinnovabile con il pieno coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni locali.
“L’obiettivo del Dipartimento di Ingegneria Meccanica Energetica e Gestionale – dice il prof. Daniele Menniti, responsabile del gruppo di ricerca di Sistemi Elettrici per l’Energia- è quello di contribuire assieme ai Comuni, è quello di sostenere i Comuni in una rivoluzione energetica/ecologica che, dal punto di vista energetico, dovrà far diventare la Calabria la California d’Italia”. Lunedì prossimo alla Cittadella Regionale ci sara’ un ulteriore incontro con la presenza del Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto e l’On. Ilaria Fontana (sottosegretaria al MiTE).
Comuni, Regione e Università, quindi, si stanno muovendo sinergicamente con strumenti innovativi che mettono i cittadini al primo posto, in questa importante battaglia per contrastare il caro energia, e avviare concretamente la fase della transizione Ecologica/Energetica, consapevoli che il problema della decarbonizzazione è globale, ma ognuno deve operare localmente e in maniera incisiva ed efficace per limitare i nefasti effetti antropici sull’ambiente e sul clima. ‘’Agire ora prima che sia troppo tardi – aggiunge Menniti - è fondamentale per evitare che si varchi inesorabilmente il punto di non ritorno. Le istituzioni e, in primis, quelle più vicine ai cittadini come i Comuni, potranno giocare un ruolo strategico per contribuire ad evitare una catastrofe planetaria’’.
In Calabria la sfida è appena iniziata e le premesse per dare un contributo vero alla transizione sembra a portata di mano.