Una volta era andato vicino al mare; aveva avuto voglia di sentirne l’odore, di respirare le brezza. Non l’aveva trovato. Quel lungomare cittadino, con migliaia di auto indifferenti a costeggiare la scogliera, sotto una pioggerella costante e infinita e un cielo grigio. Quell’odore di rancido, le pietre bianche buttate come una barriera. La sporcizia dimenticata, buste di plastica galleggianti sull’acqua stagnante come cadaveri di meduse.
Era scappato via, cercando di ricostruire nell’anima la sua Scala dei Turchi, col bianco calcare che scintilla al sole di fronte al blu perenne di un mare amico. E si era convinto che quella non era una città di mare; che il mare e la città ostentavano indifferenza l’uno per l’altra. Si ignoravano come due parenti dopo un terribile litigio.
Che strana estate è questa del 2022. Anno terzo della pandemia, e nuova ondata. Anno primo di una grave guerra europea, Ucraina. L’impennata dei prezzi dell’energia. E poi elezioni nazionali. Mai in Italia si sono svolte elezioni a settembre, mai dopo giugno, mai una campagna elettorale balneare. Il pudore dei vertici nazionali dei partiti si era inventato i governi balneari, ma elezioni no. Le elezioni sono un fatto importante, decisivo per una repubblica come la nostra nata dopo la sciagura del Ventennio.
Quest’anno accade di tutto e tutto insieme: pandemia, guerra, energia, elezioni. La realtà supera spesso l’immaginazione.
In questa estate il romanzo non può farci viaggiare verso Boukara, Ulan Bator, Saigon, Mosca, Shanghai. Il romanzo deve riportarci qui. Alle nostre scelte.
Allora è l’estate del romanzo italiano. L’autore che può accompagnarci è Maurizio De Giovanni. Conosciuto per le serie televisive, prima tra tutte “I bastardi di Pizzofalcone”, ambientata a Napoli, e con un cast di altissimo livello.
“Il metodo del coccodrillo” è il primo romanzo della serie. Una sorta di prequel. Centrato sull’ispettore Lojacono. Un ispettore siciliano trasferito da Agrigento per punizione. Un pentito lo ha accusato di collaborare con la mafia per la necessità di coprire qualcun altro, e lui ha perso ogni cosa. Passa le giornate in infinite partite contro il computer. Una serie di violenti omicidi di cui non si riesce a individuare il movente mette in crisi i vertici della polizia. Il magistrato Laura Piras crede in Lojacono da subito, nella sua correttezza, nella sua lealtà, nella sua dedizione totale alla giustizia.
La serie televisiva ci presenta il gruppo dei poliziotti di Pizzofalcone, ma non c’è mai lo zoom su Lojacono. Il primo romanzo è invece tutto su Lojacono: la lucidità investigativa e la totale onestà morale, insieme a contraddizioni profonde: famiglia distrutta e un incartamento che gira tra i tavoli dei superiori.
Forse si può leggere qualche pagina ascoltando Bertoli, meglio se il live di “a muso duro”.
De Giovanni scrive questo romanzo dopo quelli che hanno incontrato grande favore del pubblico con protagonista il Commissario Ricciardi. Questo romanzo è quasi una sfida, come ci racconta lui stesso nella premessa.
In questa strana estate Lojacono può darci un attimo di respiro ma senza distrarci.
*Università di Reggio Calabria