Cola Ierofani, il libro di Tripodi a Calabria d'Autore

Cola Ierofani, il libro di Tripodi a Calabria d'Autore

seratatripodi

di STEFANIA VALENTE

 

Edizione straordinaria di Calabria d'autore.

Sul palco il direttore artistico Antonio Calabrò e Daniela Mazzeo, autrice di numerosi articoli su questo quotidiano, presentano Giuseppe Tripodi, filosofo e scrittore, autore, fra gli altri, del libro "Cola Ierofani", edito dalla “Città del Sole”, presentato domenica scorsa.

Altro gradito ospite della serata il giornalista e direttore di Zoomsud Aldo Varano. È una serata speciale questa. Il freddo è arrivato anche nella nostra soleggiata città ormai da giorni, portando qualche fiocco di neve e un po' di sconcerto. Nonostante ciò il pubblico è presente, affezionato e attento e si gode la serata interagendo con il palco. Il libro "Cola Ierofani" narra vicende del tempo che va dal 1914 al 1989, i fatti accadono nel paese di Peripoli, sull'estremo lembo meridionale della penisola italiana felicemente bagnato dal tiepido Jonio e vengono filtrati attraverso la vita di Cola Ierofani.

Facendosi guidare dalle vicende di Cola narrate nel libro, Antonio Calabrò incalza gli ospiti con diverse domande a partire dai motivi che hanno spinto Tripodi a scrivere il libro per finire con i significati profondi che il libro propone, anche in termini stilistici e di linguaggio.

E scopriamo immediatamente che il piacere maggiore dello scrittore in questa sua opera è stato proprio quello di "giocare" con i significati delle parole e con il loro utilizzo appropriato, scelto, ragionato. Così nel libro le parole non sono solo elementi di un discorso, ma interi mondi dietro i quali il lettore può trovare la vera chiave del racconto. A partire dal titolo, come spiega lo scrittore, “ierofania”, letteralmente “manifestazione soprannaturale del sacro”, viene attribuita non a caso come cognome al protagonista Cola Ierofani, militante politico di provincia che, con una singolare fedeltà al proprio cognome, riconosce come sacri solo la speranza in una trasformazione politica della società nella quale vive e i piaceri occasionali o approfonditi con i corpi del genere femminile.

Nel titolo, osserva Calabrò è citato “il secolo breve”, periodo storico che va dall’inizio della prima guerra mondiale alla caduta del muro di Berlino e dei regimi comunisti.

“Perché proprio il secolo breve?” chiede Daniela Mazzeo, introducendosi con decisa delicatezza nella discussione attraverso una citazione di T.S. Eliot: “Il mondo finisce in questo modo….”,

Perchè, spiega lo scrittore, è il periodo storico che maggiormente ha condizionato le nostre vite, periodo in cui nasce, stravolge la storia e muore il movimento operaio, al quale il protagonista Cola appartiene.

La discussione si ravviva, come è ovvio, quando l’attenzione si poggia sul concetto di “cambiamento”. Il cambiamento in Calabria è un tema particolarmente caro al nostro direttore Aldo Varano, che interviene nella discussione sottolineando innanzitutto che il libro in osservazione è il libro del mezzogiorno segnalato dai giornalisti del Corriere della Sera come il più meritevole di lettura.

Il libro di Tripodi, osserva Varano, svela senza presunzione né sentenze la vera natura della regione Calabria, dei suoi cambiamenti, del suo progredire, della sua storia, dei suoi linguaggi verbali e non, è un’autentica epopea della nostra regione, raccontata attraverso la storia di questo personaggio reale e realista che disegna il cambiamento dei costumi e delle abitudini, sociali, familiari e relative alla sfera sessuale.

E’ un libro che porta con sé una grande carica di speranza. Il messaggio è chiaro: una trasformazione profonda c’è stata, una trasformazione profonda ci può essere ancora.

Ma il tema portante del libro è quello politico ed è inevitabile che la discussione si sposti su tale argomento. Antonio Calabrò la veicola in questo senso, osservando che è presente nell’opera una “via calabrese al comunismo”, ovvero un comunismo forte, maschio, una corrente entro la quale, interviene Tripodi, i dirigenti politici venivano rispettati anche dai personaggi più influenti dei clan mafiosi, un comunismo che non sempre si rispecchiava in quello dei ragazzotti di lotta continua che venivano dal nord.

Il nord evoca immediatamente le ragazze del nord che suscitavano nei personaggi maschili del libro sconvolgimenti ormonali non indifferenti.

L’eros. Altro tema portante della storia di Cola. Personaggio che non si risparmia assolutamente in questo senso e che ci dà, anche in questo caso, la visione del cambiamento dei mondi erotici maschili e femminili. Eros che viene utilizzato fortemente e sapientemente dall’autore del libro come catalizzatore all’interno delle storie narrate.

Politica e amore. Temi forti, scottanti, portatori nei secoli di cambiamenti radicali, raccontati con forza e naturalezza da uno dei personaggi tra i più colti che la nostra Calabria possiede. Con un linguaggio che utilizza le espressioni dialettali con grazia ed intelligenza, con attenzione ai veri significati delle parole.

Nel finale l’intervento del “Maestro Cantaturi “ Otello Profazio, che ha interloquito con i presenti sugli usi, i costumi e i modi di dire calabresi; Tripodi, Varano, Profazio, un trio di importanti intellettuali calabresi che ha disquisito sull’origine etimologica delle parole, sui proverbi e sulla tradizione.

Una grande “edizione straordinaria” stasera. Bravi i conduttori, gli ospiti e gli argomenti.

Come al solito, le pagine sono troppo strette e l’inchiostro non basta per descrivere l’aria che abbiamo respirato, pregna dell’atmosfera di un periodo storico che ci ha segnati definitivamente, cambiandoci nel profondo, facendoci diventare quello che siamo..senza soluzione di continuità..e indirizzandoci verso la distruzione sfrenata o verso la collaborazione, il rispetto e la crescita personale e collettiva.

“Alla fine.sono gli uomini che decidono” (cit. Aldo Varano).

Bentornati a Calabria d’autore e buon anno a tutti!