CARMELINA SICARI. Quella volta che Italo Falcomatà mi salvò dalla fatwa che pendeva sul capo dello scrittore Ruschdie, può essere un commento, accorato, al terribile misfatto di Parigi.
Esso è un misfatto di sangue e di ideali.
Ma dunque sempre sul confine della libertà di espressione, mi ero riproposta di parlare di Ruschdie, per i cui Versetti satanici, era stata lanciata una terribile fatwa.
Lo feci, un po' contando sulla perifericità della mia condizione, devo confessare, ad un'emittente locale, presso cui mi ostinavo a parlare di libri.
Ho avuto sempre una passione per gli eretici, libri o idee che siano, tanto che anni dopo, ritentai l'impresa leggendo a tappe, Gomorra dato che anche Saviano era stato colpito da un'altra fatwa.
Non avevo finito di registrare che ecco squilla il telefono ed una voce minacciosa chiede di me. Il tecnico, sempre lo stesso, poverino, che mi aveva saggiamente ammonito che tanto di libri nessuno si interessava, immediatamente mi passò l'interlocutore che subito con voce arcana disse:
-offendete il profeta.
Devo ammettere che ho avuto paura e che, tra le procedure che dovetti affrontare per informare della cosa, ne parlai con Italo Falcomatà. Tra le sue doti, il sindaco aveva quella di conoscere il territorio non geograficamente ma umanamente sicché' conosceva anche la comunità islamica reggina, era vicino a loro, favorì un incontro con il portavoce.
Sì, nell'orrore dell'episodio di oggi, concordo con quanti sostengono che bisogna lavorare con l'Islam moderato, non isolarlo ma riprendere il cammino del dialogo, mentre affermiamo che siamo tutti Charlie