L'INTERVENTO. Green pass, libertà, modernità e mito del "Buon selvaggio"

L'INTERVENTO. Green pass, libertà, modernità e mito del "Buon selvaggio"

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"Più Macron e meno Meloni" ha titolato qualche giorno fa - giustamente - Claudio Cerasa, il direttore de Il Foglio. Come in Francia anche in Italia, infatti, la Costituzione Democratica e lo Stato di Diritto non meritano Politici che stuzzicano l'elettorato "anti scientifico", i No Vax. Non è accettabile, dunque, agitare le pulsioni individualistiche e settarie contro la Comunità scientifica e le Istituzioni, perché ciò non produce maggiore consapevolezza o dibattito informato ma solo sfiducia e cedimento fatalistico. Non è il Leviatano Totalitario ad imporre la "certificazione vaccinale" per partecipare ad un evento "affollato"  ma è il "buon senso" (che sempre si contrappone al "senso comune" disinformato) di una Normativa che ha l'obiettivo di tutelare i fragili, coloro, ad esempio, che non possono vaccinarsi a causa delle patologie sofferte.

L'obbligo, il dovere, l'impulso alla cautela, la discriminazione degli accessi in base al possesso di un "via libera" sanitario (è la Costituzione che  "legittima" tutto questo) non esclude auto affermate minoranze 'illuminate' che indugiano nel culto delle loro fonti di "contro-informazione" ma "protegge" lo Stato, lo Stare Insieme inteso come Comunità di eguali che riconosce la sovranità della Legge e il ruolo delle fonti scientifiche confermate dal metodo e dall'esperimento (ed anche queste "fonti" determinano l'Identità "razionale" d'Europa e d'Occidente contro le pulsioni mistiche pericolosamente riemergenti).

Non sorprende che le Destre estreme continentali coltivino queste tradizioni "altre", che solletichino riflessi anti moderni.  Fossimo stati - penso all'Italia "salvata" dall'ubriacatura del Papeete - in mano a questi anarcoidi illiberali avremmo avuto i morti a mucchi in mezzo alle strade, stile Balsonaro intendo.

Sulla distanza tra approccio scientifico e illusioni No Vax si misura, quindi, l'adesione - o meno - alle regole "liberali" del vivere civile (e al dettato costituzionale). Perché la prima "Libertà" da tutelare è quella altrui di non morire per le nostre colpevoli omissioni. Troppo spesso, anche sedicenti liberali, confondono i "Diritti Naturali" con il menefreghismo etico/sociale, e con il "cattivismo" anarco individualista nemico dei "deboli", degli anziani e degli emarginati.

Ed invece - è bene ricordarlo -  il fondamento del Pensiero Liberale e dello Stato di Diritto è eminentemente sociale e comunitario! La "nudità liberale", infatti, vuol dire uguaglianza e associazione, contro il peso dell’eredità infausta di caste e gilde in grado di predeterminare - dalla nascita - bisogni, prospettive e futuro. La Modernità, di contro, sorge con l'affermazione della Legge contro l'arbitrio dei Potenti, degli Indifferenti, dei Privilegiati. Una Legge che, nell'unità del Soggetto Giuridico, ci pone - insieme e più forti - ad affrontare la contingenza, le emergenze. L'affermarsi, invece, di "poteri indiretti", di critiche deflagranti i pubblici poteri e il pubblico confronto tra le autorità scientifiche che applicano protocolli e conoscenze condivise, l'affermazione di "Verità Altre", il "nichilismo" autoritario di una cattiva Politica che si fonda tutta sul facile consenso plebiscitario e evocativo, non porta al Regno Utopistico delle Pandemie scacciate a furia di "ottimismo volontaristico" e/o di "fatalismo mistico", ma all'implosione dello Stato di Diritto, dei principi Ordo-Liberali, delle regole Comuni e comunitariamente accettate perché "verificate e falsificate" secondo parametri oggettivi. L'Unità Politica delle nazioni d'Europa, va ribadito, e' sorta dalle ceneri mortifere delle guerre di religione confessionali, dal superamento - nel senso della concretezza e del pragmatismo  - del conflitto tra "Verità" settarie ed escludenti incapaci di dialogo e buon senso. È a questa "giungla" naturale, liberissima, scatenata, ottusa, Patria del "Buon Selvaggio non vaccinato", che mirano i seguaci nostrani dei miti fondanti le nuove Rivoluzioni Conservatrici illiberali.

*ricercatore metodologie della filosofia, UniMe