Uno pensa che alla notizia dell’arrivo dei medici cubani in Calabria da sinistra si levi qualche inno, seppur timido, di gioia: Cuba, la rivoluzione, Fidel, il Che…. Un po’ di memoria storica esiste ancora, perdio! E invece nulla: non ci sono più le ideologie, forse manco più nemmeno le idee. E poi? Che c’entra Fidel con i medici? Giusto, per carità.
Allora pensi che la storia si possa restringere alla vicenda specifica della sanità e della grande medicina cubana. Universalmente riconosciuta come una delle migliori al mondo. E invece nulla…Nemmeno su questo tasto c’è qualcosa di positivo da segnalare.
Alla decisione del presidente della Regione Occhiuto invece si è alzato fin da subito un muro della sinistra anche estrema, politica, se così si può dire. Altolà, non va bene affatto. E via di questo passo.
Ora noi non ci incammineremo su una strada tecnica, pseudo scientifica, di analisi nel merito del provvedimento, se cioè era concepito bene, se dovevano essere chiamati prima i medici italiani, poi quelli polacchi (tanto per dire) e infine i cubani.
Nooo: non ne ho la minima competenza, che invece hanno e l’hanno già dimostrato, difendendo senza mezzi termini la decisione di Occhiuto Enzo Paolini e Santo Goffrè, Rubens Curia e Tonino Perna (che appunto di competenza ne hanno molta e sono anche, più o meno, schierati a sinistra e dunque non accusabili di essere adulatori di un nemico di classe come Roberto Occhiuto).
Io dico solo sommessamente una cosa, nel mio piccolo e con assoluta modestia, forse interpretando però un senso comune: come si fa a meravigliarsi e ad attaccare in maniera così preconcetta la decisione di Occhiuto dinanzi allo sfascio drammatico della sanità calabrese? Come si fa a non dire mettiamo una pezza quale che sia quando nei pronti soccorso la gente fa file di 24 ore e poi dorme magari su una barella in attesa di un posto letto (se c’è)? Da anni!
Come è possibile che non si colga il grido di dolore che sale dall’opinione pubblica calabrese da tempo, da tanto tempo, dinanzi a tanto dramma sociale? L’altro giorno che la proposta del Presidente della Regione Calabria tanto malvagia non era se n’è accorto anche il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, certamente non un amico di Fidel, il quale da Cernobbio sul lago di Como al Forum Ambrosetti ha lodato Occhiuto, il quale però ormai non sa più come dirle le cose.
Né serve a molto ritornare sulla storia di colpe e responsabilità di questo stato di cose visto che trattasi di questioni di vita o di morte.
Sempre l’altro giorno, infine, sul TG3 della Calabria uno apre e vede in sequenza prima il berlusconiano Occhiuto che denuncia come ci sono medici che guadagnano fino a 50 mila euro al mese e che bisogna finirla col corporativismo di certi ordini professionali (muti anche sulle improvvise dimissioni del neo primario dell’ospedale di Locri).
Poi segue a ruota intervista a noto esponente di sinistra in cui si dice l’esatto opposto, tutto tra l’altro sulla scia del capo dell’opposizione in Consiglio Regionale, che di mestiere fa la scienziata.
Chiudi gli occhi, non vedi le persone, ascolti soltanto e ti chiedi: ma chi è di destra e chi di sinistra? Sono indubbiamente i dubbi di una fase politica strana, in cui non si discute più delle cose ma di chi le dice. Una nebbia in vista del 25 di settembre. Ma – vi prego – non rispondete con dotte argomentazioni tecniche a questa breve e modesta riflessione. Ditela una cosa di sinistra vera! Non difendete i gretti corporativismi di chi ha portato il Paese (e la Calabria) allo sfacelo! E poi, mi raccomando: non lasciate ad Occhiuto la Plaza de la revolucion! Ci manca solo questo.