di DOMENICO MARINO* e PIETRO STILO* - Le città da sempre hanno rappresentato il luogo in cui si determina lo sviluppo socio-culturale ed economico dell’individuo in quanto tale e oggi sono diventate anche punto di riferimento per l’innovazione e la creatività. Concetti questi ultimi divenuti fondamentali nel miglioramento degli stili di vita delle persone che vi abitano, che vi transitano o che le visitano.
A nostro avviso in un futuro non molto lontano le città diventeranno un hub per il confronto globale. Le città saranno un riferimento imprescindibile per gli Stati e per le unioni di Stati, le città diventeranno catalizzatrici di molteplici attività ed interessi, di scambi culturali ed economici, per gli investimenti. Se proprio vogliamo fare una provocazione, le città torneranno ad essere come nell’antichità centri di attrazione e decisione com’erano prima della nascita degli stati nazionali come oggi li conosciamo. Già negli anno ’60 il sociologo e urbanista Lewis Mumford diceva: “Ieri la città era il mondo, oggi il mondo è diventato una città”.
In questo contesto entrerà in gioco un nuovo modo di fare politica dei governi locali, si dovrà ripensare tutto rispetto a com’è programmato oggi, dal consumo energetico, al ciclo dei rifiuti, dalla rimodulazione efficiente del trasporto pubblico alla riqualificazione delle aree periferiche.
In tutto questo contesto si inseriscono i nuovi paradgimi di Città Intelligente, Città Creativa e Città Culturale definendo con questi termini una città che si pone nuovi obiettivi, in un quadro articolato che possiamo riassumere in sei punti: l’economia, la cultura, i sistemi di governance, l’ambiente, la qualità della vita e la mobilità. Un modello di città, quindi, che sperimenta azioni innovative e dove giocano un ruolo essenziale le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), recuperando nel contempo la storia e il patrimonio culturale, facendo una sintesi perfetta fra tradizione e innovazione.
Una città “ripensata” che potremmo definire come una città nella quale il cittadino offre un contributo fondamentale nel suggerimento di proposte valide e necessarie, una città sostenibile che deve porsi tra gli obiettivi principali un sistema di welfare basato sull’erogazione dei servizi nuovi revisionati, garantendo una migliore qualità della vita con meno risorse e meno energia, più innovazione e tecnologia.
La scommessa che volgiamo proporre e quella di far nascere la Città Metropolitana di Reggio Calabria come città creativa e culturale.
La nostra arma segreta per lo sviluppo sono i Bronzi. Non dobbiamo certo mandarli in giro per il mondo, anzi dobbiamo il più possibile “imbullonarli” al Museo di Reggio Calabria, perché possano diventare una sorta di magnete che attrae. Occorre attivare quella che gli esperti chiamano “Sovrapposizione virtuosa” tra beni culturali e sistema produttivo, che è ciò che consente ciò ai beni culturali di giocare il ruolo di volano di sviluppo. Il Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria, il suo patrimonio immenso di beni archeologici, coronato dalla presenza dei Bronzi di Riace devono creare sinergie virtuose con il territorio e con l’economia locale della Città metropolitana. In questa luce occorre ripensare le politiche culturali cercando di sviluppare questa sovrapposizione virtuosa con gli altri settori produttivi.
Occorre allora lanciare una grande operazione che prima che economica è anche culturale.
Trasformare la città metropolitana di Reggio Calabria in Città Culturale e Creativa inserendola nei grandi network delle Cultural and Creative Cities, usando come punto di forza il suo patrimonio culturale che trova nel Museo della Magna Grecia il suo punto di forza.
In questo modo non solo daremo un’anima alla Città Metropolitana evitando che diventi un’accozzaglia di Comuni, ma implementeremo una vera strategia di sviluppo e di crescita.
*Domenico Marino – Un. Mediterranea
*Pietro Stilo – Un. di Messina