L'ANALISI. Inciucio alle Regionali? Ma alla luce del sole. VARANO

L'ANALISI. Inciucio alle Regionali? Ma alla luce del sole. VARANO

crdc      di ALDO VARANO -

UNO. Mario Oliverio non sembra avere problemi. Al momento è in campo senza avversari. Come è in campo da solo in Italia Renzi. Non (solo) per merito loro ma anche per merito della fine del Cdx di Berlusconi. Non c’è più. La discussione sulla sua rinascita è oziosa. E’ noto anche a quelli che gli restano aggrappati perché sanno che i processi storici sono vischiosi. Lasciano sempre una scia (comunisti, fascisti, monarchici, nazisti, borbonici): gli aggrappati hanno l’obiettivo di farsi un altro giro, che è meglio di niente.

DUE. Non sarà così in eterno. Il Cdx prima o poi verrà riorganizzato su un’ipotesi diversa da quella di B. La grande questione della ricomposizione del moderatismo e della destra in Italia è aperta. Sabato scorso a Milano la Lega ha fatto una prova generale sfilando con decine e decine di migliaia di persone. Le ipotesi sono ora tre: Lega, FdI (che ha marciato a Reggio) e Udc e Ncd che non puntano più a costruire un centro per due forni ma un moderatismo che possa convivere e anche allearsi organicamente col renzismo. Non è detto che Udc e Ncd coi residui montiani ci riusciranno.

TRE. L’Italia, la Calabria, Csx – ma anche Oliverio - hanno interesse che sia quest’opzione a vincere nel paese. Ed è con questo argomento che Alfano e Quagliariello (soprattutto) con Cesa premono in queste ore su Renzi perché in Calabria non s’affossi il loro progetto. Sono forti dell’argomento che, essendo quella di FdI un’ipotesi fragilissima (e pronta a essere ingoiata dal leghismo), se non vince Udc-Ncd si apriranno grandi praterie per la Lega di Salvini nei territori del Cdx. La Lega dimostra duttilità e intelligenza: ha accantonato (apparentemente) la secessione, che però mantiene sullo sfondo come dimostra la polemica di FdI sul tricolore, e spinge verso l’inasprimento di tutte le pulsioni sotterranee e diffuse di rancore sociale che crescono rapidissime in ogni periodo di crisi aprendo ad istinti fascistoidi . No all'Europa, agli immigrati, all'euro, alla tolleranza. Salvini in alcuni centri vitali del Nord ha già un terzo dei voti e punta a far propri quelli di Grillo. La Lega non a caso ha proposto un’alleanza organica al M5S, che l’ha rifiutata. Ma quanto potrà resistere il comico avendo un elettorato così somigliante a quello leghista? Il M5S è un’anomalia: ha uno stato maggiore sinistreggiante ma il corpaccione elettorale è di estrema destra e i suoi voti assommano il discredito della politica (l’antipolitica della casta) a un rancore sociale sordo e lontano dalla solidarietà. Del resto, come spiegano tutti gli analisti di flussi elettorali, sono in grandissima parte i voti perduti da B. Se i due mondi si salderanno la manifestazione di sabato scorso della Lega diventerà l’anteprima di una marcia che punterà a ben altri e drammatici obiettivi che saranno pagati soprattutto dal Mezzogiorno. Solo gli sciocchi possono immaginare che Renzi e Guerini vogliano un inciucio (gratis e giusto per gradire) in Calabria: è questo il retroterra a cui guardano quando lo propongono. Le parole di Renzi alla direzione di ieri lo dimostrano.

QUATTRO. Una parte del Ncd rifiuta in Calabria l’ipotesi del Terzo polo e insiste per un’alleanza (dice) alla luce del sole, accettando (provocatoriamente?) la clausola del rinnovamento di tutti i candidati del Csx (quindi anche quelli del Pd). Dietro c’è probabilmente una becera operazione di potere per interessi di parte e di famiglia. Ma al di là di tutto questo (da cui bisogna guardarsi) un’alleanza alla luce del sole che allarghi il Csx con l’obiettivo di bloccare la ricomposizione di processi di reazione ha un riscontro oggettivo nelle radici attuali della situazione politica. Non piace a nessuno, ma è così.

Il Pd e il Csx calabresi sono in queste ore a un bivio. Sanno che se viene posto un problema di strategia nazionale non riusciranno a dire no. Oliverio ha fatto benissimo a rispondere picche a chi, sulla base di questioni di bottega calabrese, gli ha proposto nuove alleanze. Ma si ficcherebbe in una trappola se alla fine fosse costretto ad accettare la sostanza della proposta con un trucco che ne salvi la forma. E’ interesse di Oliverio affondare l’ipotesi di un Terzo polo se in cambio dovesse impegnarsi ad allearsi con esso qualche settimana dopo le elezioni (in giunta o nel sottogoverno). Né gli conviene limitarsi a dir no all’ingresso di candidati dell’ex Cdx nelle liste del Pd ma poi aprire (anzi, spalancare) le porte ad alcuni di essi in liste con sigle diverse (magari una bella Calabria popolare) ma pur sempre alleate organicamente con la coalizione che dovrà guidare.

Mille volte meglio per la Calabria un inciucio alla luce del sole che si dipani fin dall’inizio sotto il controllo e gli occhi di tutti i cittadini e non dei notabili dei partiti che s’incontrano e decidono a cena.

CINQUE. Certo, un’operazione del genere è possibile solo se viene bilanciata da una rottura radicale della continuità del ceto politico che ha dominato il regionalismo calabrese fin quasi dalla sua nascita a oggi facendo della nostra Regione uno degli esempi peggiori di istituzione estrattiva, cioè istituzione che estrae dal corpo vivo della Calabria risorse e vantaggi per distribuirli ad amici, parenti, cordate e circoli ristretti e/o per finanziare il sistema di potere (per ampie parti bipartisan).

I calabresi non si facciano imbrogliare: il nemico della Calabria non è l’inciucio contro il quale spesso urlano  grandi schiere di voltagabbana. Il nemico è l’imbroglio della continuità di un ceto politico che ogni cinque anni si dà il cambio per lasciare tutto com’è: da Chiaravalloti (Cdx) a Loiero (Csx) da Loiero a Scopelliti (Cdx) da Scopelliti a qualcuno (di Csx) che continui (o sia costretto a continuare) il vecchio andazzo.