di RICCARDO TRIPEPI* - Che la sanità fosse il primo banco
di prova, e il più difficile, per Mario Oliverio non c'era alcun dubbio. Che le pressioni da gestire sarebbero state enormi per il nuovo governatore era un dato scontato. Ma che sul ruolo del commissario per il Piano di rientro potesse scatenarsi uno scontro all'arma bianca tra Cgil e Pd non era una possibilità messa in agenda. Che poi lo scontro si radicalizzasse tra il sindacato della Camusso e Carlo Guccione, con la Cisl pronta a difendere le posizioni dei democrat, era ipotesi del tutto fantasiosa e inimmaginabile, almeno fino ad ieri.
Eppure mentre la Cgil, sindacato da sempre vicino al Pd, attacca Guccione e sostiene la conferma della carica a Luciano Pezzi, pezzo da novanta della gestione Scopelliti, è la Cisl, moderata e centrista, a sostenere con forza la scelta di Mario Oliverio di farsi nominare Commissario per il piano di rientro. Contraddizioni da sindrome bipolare che confermano come il magma della sanità calabrese sia ingovernabile e denso di interessi e dinamiche di non facile lettura.
Ma andiamo con ordine. La Cgil regionale dopo aver sostenuto le posizione del generale Pezzi ha duramente replicato a Guccione. «Abbiamo apprezzato i toni della tua posizione e intendiamo rassicurarti: non abbiamo cambiato posizione e visione dei problemi della sanità calabrese. Il nostro giudizio sulla gestione del Piano di rientro gestito da Scopelliti è fortemente negativo. La diversità di valutazione sta nelle diverse idee di governance della gestione del Piano di rientro così come delineata dall'accordo sul Patto per la Salute. Sottrarre la sanità alla politica, distinguere le funzioni di indirizzo politico e gestione tecnica del Piano e degli indirizzi, e sinergia fra le due figure è la dimensione nuova sulla quale governare questa difficile fase di rientro. Altra cosa sarà dal punto di vista istituzionale quando saremo tornati in "condizioni di normalità". E su questo terreno auspichiamo dal nuovo presidente un impegno straordinario nell'interesse della salute dei cittadini calabresi».
Poi l'attacco si fa personale con la Cgil che chiede conto a Guccione di non aver preso parte allo sciopero generale pur avendo chiedo il voto dei lavoratori.
In mezzo a questo balletto si inserisce la Cisl con un passo che spiazza la balera. «Si ripristini la gestione ordinaria del settore - scrivono Tramonti e Perrone - con un assessorato alla Salute che si assuma la responsabilità dei risultati anche e soprattutto individuando incarichi di responsabilità apicali solo in base al merito e non alle squadre o appartenenze. In questo senso il governatore Oliverio assumendo immediatamente il ruolo di commissario deve favorire questo processo».
Addirittura la Cisl si spinge oltre e chiede al governatore un incontro per un primo confronto sul riordino del sistema. Richiesta che la Cgil ha dimenticato nel cassetto, preoccupata solo di difendere Pezzi. «La Cisl Calabria - sostengono Tramonti e Perrone — avendo costruito una proposta sanità che comprende le istanze delle federazioni del pubblico impiego, mediche, universitarie, sociali e provinciali, chiede dunque un immediato confronto con il governatore sul tema, finalizzato a confrontarsi riguardo un programma sanitario per la Calabria. Ad oggi - concludono i due sindacalisti - la sanità Calabria è gestita senza una visione d'insieme dei bisogni della salute dei calabresi, della mobilità del personale, del futuro della stessa, esempio ne è la sanità per gli anziani ed i non autosufficienti».
*giornalista del Garantista