dI RICCARDO TRIPEPI La lega arriva al Sud. Rimette nel fodero i fazzoletti verdi, lascia a riposare le ampolle con l'acqua del Pò per altre occasioni e si prepara a tuffarsi in un ghiotto bacino elettorale. Gli elettori del centrodestra del Meridione sono sbandati. Non hanno più i loro punti di riferimento. I partiti centristi sono evaporati, Alleanza nazionale e Fratelli d'Italia hanno percentuali imbarazzanti ed anche Forza Italia ha iniziato a segnare il passo. Gran parte degli astenuti meridionali delle ultime consultazioni apparterrebbero proprio a questo popolo che cerca nuovi punti di riferimento. Matteo Salvini, che gli umori della gente sembra fiutarli alla grande, lo ha capito da tempo e ha convinto suoi a seguirlo in questa nuova avventura.
E così ieri con la presentazione ufficiale del simbolo che presto correrà nelle Regioni del Sud, Salvini ha rotto gli indugi e iniziato un percorso che pare nascere sotto i migliori auspici e che sta interessando tanti ambienti politici, forse Sud. Anzi il rischio principale che sembra correre questo nuovo soggetto politico, così come ha avuto modo di sottolineare il senatur Bossi in persona, è quello di poter essere assaltato da tutta una serie di personaggi rimasti tagliati fuori dall'agone politico che conta. I trombati alle elezioni, gli azzoppati da inchieste giudiziarie e tutta una serie infinita di impresentabili che aspetta sempre il carro giusto su cui montare.
Salvini, però, ha già ammonito tutti: «Con noi nessun riciclato. Questo soggetto politico non sarà utilizzato come un tram su cui salire per salvare la poltrona. Vogliamo energie fresche. Le esperienze politiche verranno valutate singolarmente, ma non ci sarà il rischio di infiltrazioni e di assalto alla diligenza. E comunque per noi l'onestà e la fedina penale pulita restano le condizioni per aderire». Salvini, senza alcun tipo di rossore, si è spinto addirittura ad elogiare i meridionali, giustificando gli "insulti" passati con un pragmatico: «Non abbiamo mai attaccato i cittadini, ma il cattivo governo». I passaggi finali sono stati dedicati poi al futuro del centrodestra e alle possibili alleanze politiche. «Non parte una guerra nel centro-destra - spiega il leader del Carroccio - il mio competitor non è Berlusconi o Angelino Alfano, ma è Matteo Renzi. L'obiettivo è quello di arrivare al 51 % per governare il paese. Questo progetto non sarà una riedizione di vecchie frittate del passato».
Il piano salviniano escluderebbe il ministro dell'Interno: «Non faremo accordi a tutti i costi, per Alfano in questo progetto non c'è spazio - aggiunge il segretario della Lega Nord - l'alternativa a Renzi non la costruisco con chi sta governando con Renzi o a metà, sostenendo alcune riforme. Non ci interessa vincere domani mattina ma costruire qualcosa di buono. Renzi rispetta i vincoli di bilancio avendo massacrato il Paese. Si chiude il semestre italiano di presidenza europea e non se ne accorge nessuno, neanche gli uscieri. E una marionetta al servizio di Bruxelles».