IL DIBATTITO. Salvini vuole sbarcare a Sud? Io dico: lasciamolo tentare. MUNARI

IL DIBATTITO. Salvini vuole sbarcare a Sud? Io dico: lasciamolo tentare. MUNARI

ncs      di TERESA MUNARI* - Da ieri è ufficiale: il leghista Salvini approda al Sud con l'ambizioso intento di riunire il Paese in un unico partito nazional-popolare. Sui suoi progetti la discussione fra favorevoli e contrari è appena iniziata, ma a dispetto di chi si impunta sulla dietrologia, bisogna dare atto al segretario nazionale dei leghisti che, per dar vita alla nuova intrapresa, non solo ha già dismesso i suoi simboli più forti (la "Lega" nel nuovo logo e il "verde padania"), ma ha anche già deciso di lasciare a terra transfughi e trasformisti pronti a riaccasarsi, per imbarcare soltanto ed esclusivamente "energie fresche ed incensurate".

Il segretario padano pensa in grande, ma non per questo rinnega il suo Dna, anzi insiste nell'esaltare il federalismo su cui si incardina il progetto "che risponde - dice - alle nuove esigenze del sud e alla sempre più evidente domanda di autonomia ".

Da cosa? Ma da un "regime" servo della Ue, mentre l'euro è ormai "una moneta morta"... E nei sondaggi è ancora il Sud a rafforzare quel "basta" all'ingresso senza soluzione degli immigrati, e magari anche alla improvvida "politica" del premier Renzi che andrebbe riletta da altra angolazione. Intanto per far breccia fra i delusi, Salvini ha cambiato il suo mantra, infatti va ripetendo: "Noi non abbiamo mai contestato i cittadini meridionali ... ma solo la politica del Sud, la Roma ladrona, la cattiva amministrazione...".

Gli si può dare forse torto? Perfino Aldo Varano pur nella sua analisi spaventata pubblicata ieri su queste colonne ha ricordato "i danni giganteschi provocati al sud dalle proprie classi dirigenti ", ma la triste considerazione non gli ha comunque impedito di tacciare il progetto di Salvini una forza regressiva" da respingere a tutti i costi. Beh! caro Aldo, mio sodale in tante battaglie, questa volta non sono d'accordo! Non lo sono soprattutto quando, nel voler scongiurare il rischio di un consenso diffuso anche in Calabria, metti sullo stesso piano Grillo e Salvini! Eppure la differenza è sostanziale: i 5 stelle si sono sempre mossi con forza centripeta per sfasciare il sistema di cui non fanno parte; Salvini è viceversa attivo dentro il sistema che contesta, e vi lavora per sbaragliare il regime che lo regola.

Il che, stando alla crisi che stiamo attraversando, non deve leggersi necessariamente come una iattura, anzi più se ne parla, meglio è. Perché in un sistema democratico, al di là dei desideri personali e degli indirizzi politici, ciò che vale è l'orientamento degli elettori che va comunque rispettato! Se poi il risultato che ne consegue ti delude... non puoi certo criminalizzare quel consenso espresso democraticamente, come se fosse un "affossamento ulteriore" della nostra realtà, né tanto meno tacciare di "tradimento del proprio Paese in guerra" chiunque appoggi o guardi con interesse a Salvini!

Perché non prendere le distanze da chi invece, parte integrante del sistema , ci ha sì tradito e lo ha fatto affossando il federalismo che avrebbe migliorato il regionalismo previsto dalla nostra Costituzione, ma anche perpetrando assistenzialismo, clientelismo, cultura economica parassitaria, tutti elementi che oggi zavorrano irreversibilmente un possibile nostro decollo. E siccome è questo il regime che Salvini intende combattere, beh! lasciamolo almeno tentare!

*editorialista del Garantista della Calabria