di ALDO VARANO - I dettagli sulla candidatura-truffa rifilata dal Cdx all’ignara signora Wanda Ferro gettano una luce sinistra su quanto può accadere, anzi è accaduto, dalle parti del Consiglio regionale.
Riassumo i fatti. La discussione sulla normativa per l’elezione del miglior perdente (cioè l’elezione a consigliere del capo dello schieramento arrivato secondo) era programmata nella competente Commissione. Ma all’improvviso arriva una lettera dell’Ufficio di presidenza (firmata e decisa da chi? tutto l’Ufficio? una parte? un singolo) che impedisce la discussione perché spostata nella conferenza dei capigruppo del Consiglio. Però i capigruppo (già avvertiti? Tutti? da chi?) non ne hanno mai saputo nulla. Come è arrivato allora quel provvedimento in Aula? Chi l’ha portato, magari di soppiatto dopo averlo sottratto a una discussione trasparente e alla luce del sole? Fatto è che il Cdx, restato solo in Aula per l’uscita del Csx, approva la norma di cui nessuno sa niente. Questa la ricostruzione-denuncia dell’ex presidente della Commissione bloccata (Caputo). Un altro consigliere regionale dell’epoca del Cdx (Gallo) assicura che la norma arriva in Consiglio (su input di chi?) e in Aula viene (distrattamente?) votata dai consiglieri del Cdx che in parte (quanto grande?) non ne sanno nulla. Non c’è che dire, c’era un bell’ambientino dalle parti di Palazzo Campanella.
Sgomberiamo il tavolo da pasticci, contrattempi, errori. E’ doloroso prenderne atto ma dalla ricostruzione dei fatti emerge un dolo e il consumarsi di una storia molto più miserabile. Vediamo.
Nel Cdx calabrese tutti, tranne la signora Ferro (che ha perfino immaginato che un titolo di giornale potesse alla fine strapparle la palma della vittoria) sapevano con certezza della sconfitta. Da tempo. La Ferro o chiunque altro del Cdx (certo in modo meno imbarazzante senza Oliverio) avrebbe perduto. Per questo a partire da un certo punto in molti hanno lasciato campo libero alla signora Ferro. Il combinato tra il lascito della vecchia giunta e l’ondata renziana non lasciava scampo. Questo per motivi logici scarta l’ipotesi di un’azione per bloccare Wanda Ferro che arrivata alla Regione avrebbe rovesciato il mondo e la Calabria come calzini.
Resta in piedi il dato reale: il Cdx (tutto il Cdx non Fi) ha dispiegato un’operazione per far crescere le possibilità di elezione di ogni singolo candidato, soprattutto uscente. In termini giuridici l’operazione appare gravata dall’associazione. Il Cdx consapevole della propria crisi ha scientemente lavorato ad aggiungere un posto a tavola. Se la Ferro resta casa uno di noi entra al suo posto. Distrazioni, silenzi, contorsioni, i non ho capito, hanno questa comune radice.
Del resto, nella fenomenologia dei gruppi di potere la logica del “c’è meno spazio mandiamo via più gente possibile” scatta inevitabile quando il terreno si restringe. Lo scontro nel Cdx italiano e anche calabrese, quello attuale, si colloca per intero in questo quadro (nel Cdx e non nel Csx perché lì gli spazi, in questa fase, si allargano anziché contrarsi).
Ma c’è un elemento ancora in ombra. Perché nel Cdx, quello attuale, la vicenda, a parte l’ovvia polemica della Ferro, non viene affrontata in modo pubblico e trasparente e con un’indignazione capace di diventare iniziativa politica e culturale?
E’ probabile accada per il prolungarsi del meccanismo del si salvi chi può. Nessun rimpianto per i corpi a mare quando la nave inizia a fare acqua.
Il Cdx è in una crisi profonda nel paese e in Calabria non perché la sua crisi sia irreversibile ma perché è irreversibile la fine del berlusconismo che, del Cdx che abbiamo conosciuto, è stata la parte strategica ed egemone. Il rilancio del Cdx è legato al cambio radicale dei suoi gruppi dirigenti che hanno interesse a resistere il più possibile. Alle prossime elezioni politiche, se passa l’Italicum, a Cosenza sarà capolista, quindi il solo eletto, Santelli o Occhiuto?; a Catanzaro la Ferro, Abramo, Tallini o Galati? A Reggio, Raffa, Foti o Fedele? Sarà una selezione selvaggia e definitiva e chi perde, politicamente, chiude per sempre. Ecco forse perché nessuno ha fatto una commissione a hoc per capire chi e perché ha bidonato la Ferro, perché non sono stati mobilitati gli studi legali eccellenti, perché non vengono indicati chi e perché pur sapendo non ha detto niente, chi e perché mentre nel consiglio si consumava una drammatica truffa politica è rimasto zitto. Insomma, se la signora è stata buttata in acqua nessuno ha voglia di ripescarne il corpo. Quella della Ferro sarà anche una storia antica di mesi ma ha il pregio di illuminare anche i contorni torbidi della crisi attuale del Cdx.