di RICCARDO TRIPEPI - Giornata politicamente complicata per entrambi gli schieramenti. II Pd ha dovuto parecchio faticare per trovare la quadra sulle Commissioni. L'accordo, tuttavia, è stato parziale e ha riguardato soltanto le quattro Commissioni permanenti, dopo che il testa a testa per la carica di capogruppo dei democrat è stata vinto dal reggino Sebi Romeo sul vibonese Michele Mirabello. Un altro bersaniano doc che Oliverio piazza in un ruolo chiave.
Per le Commissioni speciali (Vigilanza e antindrangheta), invece, si dovrà aspettare la prossima seduta. In quell'occasione si completerà il quadro e si procederà anche all'istituzione di una Commissione ad hoc per le riforme statutarie. Una casella in più per accontentare altri esponenti del partito e poter cementare il rapporto con Ncd assegnando al gruppo degli alfaniani o la Commissione di vigilanza o, appunto, la nuova Commissione sulle riforme, per le quali Gentile ha mostrato già grandi aperture nei confronti del centrosinistra.
Dopo le riunioni fiume di ieri e l'approvazione della modifica regolamentare che riduce il numero dei componenti delle Commissioni da dieci a sei, il quadro finale è stato il seguente. La I Commissione "Affari istituzionali" è andata a Franco Sergio (Oliverio presidente). La vice presidenza è toccata a Nazzareno Salerno (Fi), mentre la carica di segretario andrà al democrat Mirabello (Pd). La II Commissione "Bilancio" è stata affidata a Giuseppe Aieta (Pd), mentre la vicepresidenza è andata al forzista Fausto Orsomarso. Segretario dell'organismo: Mauro D'Acri (Oliverio presidente). La presidenza della III Commissione "Sanità e attività socali" è andata al democrat Michele Mirabello, mentre la vicepresidenza è stata assegnata a Sinibaldo Esposito (Ncd). II segretario è Giuseppe Giudiceandrea (Democratici e progressisti). Presidente della IV Commissione "Ambiente e territorio" sarà il reggino e renziano di ferro Nicola Irto. La vice-presidenza è andata a Mimmo Tallini (Forza Italia). Segretario Giovanni Nucera (La Sinistra).
La parte del leone in tema di spaccature interne e lotta fratricida l'ha recitata il gruppo di Forza Italia. Gli azzurri sono riusciti a dividersi anche sul voto alle linee programmatiche di Oliverio. Nicolò, Morrone e Salerno hanno deciso di astenersi, mentre Orsomarso e Tallini hanno votato contro.
Ma il capolavoro è avvenuto su questioni puramente interne. Dopo le polemiche delle scorse settimane in merito alla mancata iscrizione di Tallini e Orsomarso al gruppo di Fi, la questione sembrava essersi risolta ieri. Erano stati proprio i due esclusi a dare la notizia della loro avvenuta iscrizione al gruppo degli azzurri da parte dell'Ufficio di presidenza di palazzo Campanella. Tutto risolto? Neanche per sogno. In tarda serata Tallini diffonde una nota che pare destinata a provocare un terremoto dentro il partito e che descrive una precisa volontà di Nicolò e gli altri in ordine alla loro esclusione. «Eravamo stati facili profeti al punto che il sospetto è diventato realtà. Mentre l'Ufficio di presidenza, come abbiamo già avuto modo di dire, ha riconosciuto il nostro diritto, il capogruppo di Forza Italia Nicolò ed i consiglieri Morrone e Salerno hanno tentato di impedire, con ogni mezzo ed in modo subdolo, la nostra adesione in Forza Italia - scrive Tallini -. Siamo venuti in possesso di una lettera inviata al segretario generale di Palazzo Campanella, nella quale i tre consiglieri comunicano che il loro orientamento era quello di lasciarci, al momento, fuori dal gruppo. Tentativo, ovviamente, andato a vuoto. Resta però l'amarezza e l'assurdità di un comportamento del quale i tre consiglieri dovranno dare conto al partito, motivando anche le ragioni di tale posizione». Materiale esplosivo per Jole Santelli e i suoi che davvero sembrano chiamati a dover ridisegnare completamente il partito.