Chi ha ucciso veramente Wanda Ferro? VARANO

Chi ha ucciso veramente Wanda Ferro? VARANO

wft     di ALDO VARANO - Curioso l’intervento dell’ex assessore Tallini sul caso della Ferro, imbrogliata

con una candidatura-truffa dal Cdx. Riassumiamo gli elementi certi. La legge è stata cambiata, immaginiamo in aula, dov’è arrivata non si capisce su input di chi. Caputo dice che la legge venne avocata dai capigruppo sottraendola alla Commissione. Un meccanismo consentito dalla prassi. I capigruppo, quando già sapevano che il Cdx avrebbe perduto, hanno cancellato la norma che eleggeva in consiglio il leader della minoranza? Gallo ricorda la confusione al momento del voto in Aula (assente tutto il Csx) e, a quanto fa capire, lui non è certo di aver votato quella norma. Pare non sia il solo a negare. Certo, se non sapessimo che spesso si vota senza sapere cosa, ci assalirebbe il dubbio che quella norma non sia stata veramente votata in Aula; ma lo sappiamo. Nessuno sa, invece, chi l’ha voluta e perché. Ci manca il nome e cognome (almeno un nome collettivo) che da qualche parte dovrebbe esserci (o no?).

Ma in tanta ignoranza qualche certezza c’è. E qui Tallini ci sorprende per la polemica con Oliverio che accusa di non volere la signora Ferro in Consiglio. Non so se la costituzione in giudizio della Regione sia un atto dovuto o meno. Non sappiamo neanche se la Regione sosterrà le ragioni della Ferro o si schiererà contro di lei. Chi decide come si comporteranno i tecnici, in questo caso avvocati? E’ un punto di straordinaria importanza perché c’è un precedente poco o per nulla conosciuto che collega direttamente e in modo ufficiale lo scatto finale della fregatura alla Ferro con la Giunta regionale. Naturalmente la giunta precedente dov’era autorevole componente anche Tallini.

Riassumo di nuovo. La legge che nessuno dice di aver voluto (Tallini compreso che immagino fosse presente in Consiglio quando è stata votata; certo potrebbe non essersene accorto) è sembrata poco chiara al ministero dell’Interno. Che fa il Ministero durante la campagna elettorale (sottolineo: non prima, ma durante)? Inoltra alla presidenza del Consiglio regionale, quindi a Reggio, una serie di quesiti sulla legge e la sua interpretazione. E qui accade un altro fatto curioso: la legge l’ha fatta il Consiglio quindi è il Consiglio e la sua presidenza che ne dovrebbero discutere con il Ministero. Invece, la presidenza del Consiglio con un gesto anomalo (non vuole avere più a che fare con la legge? annusa trappole? vai a capire!) si libera dell’incombenza demandandola ai competenti uffici della giunta regionale (a Catanzaro).

Accade quando dello scontro Oliverio-Ferro si conosce già il finale. La riunione si svolge a Roma e a Roma, spiega il verbale di quella riunione, “i competenti uffici della giunta regionale” spiegano al Ministero che la Ferro il Consiglio se lo può sognare. Roma ne prende atto.

Scopelliti (che sostiene la Ferro) non c’è più. La Stasi è un’ombra imbarazzante. C’è, invece, la giunta, ci sono gli assessori, soprattutto quelli ricandidati, tra i quali c’è anche Tallini. Che indicazioni hanno dato ai competenti degli uffici volati a Roma? E al ritorno a chi hanno riferito? Non hanno spiegato a nessun componente della giunta com’era andata la riunione? Non hanno informato gli assessori su come stavano le cose? E perché nessuno di loro ha lanciato l’allarme? Curioso, decisamente curioso.

E non sarebbe male, al di là di come andranno le cose, che Consiglio e giunta attuali (visto che a Fi la cosa non interessa) facessero un po’ di luce. Perché noi continuiamo a considerare l’esclusione dal Consiglio del miglior perdente una lesione della democrazia calabrese.