LA NOTA. Referendum-boomerang per il Cdx. E il Csx ha il piano B

LA NOTA. Referendum-boomerang per il Cdx. E il Csx ha il piano B

oliverio-ferro-santelli  di RICCARDO TRIPEPI -

Si fa sempre più in salita la strada che porta al referendum sulla riforma dello Statuto regionale. L’idea di Wanda Ferro e Jole Santelli era quella di interpellare i calabresi sulle modifiche fortemente volute da Mario Oliverio e che riguardano le modalità con le quali comporre la giunta. Con la riforma approvata già in doppia lettura dal Consiglio regionale, Oliverio avrebbe la possibilità di nominare sette assessori invece dei sei originariamente previsti e di non avere limiti nell’indicazione degli esterni che, prima della riforma, non potevano superare il 50% del totale. La legge, inoltre, elimina la figura del consigliere supplente dando maggiore potere al presidente, slegandolo ancora di più da eventuali condizionamenti da parte del Consiglio regionale.

Su queste modifiche il centrodestra vorrebbe consultare i calabresi. Per proporre il referendum esistono due possibilità. La prima è quella di una sottoscrizione da parte di 1/50 della popolazione calabrese (circa 40mila firme) oppure di 1/5 dei consiglieri regionali e, dunque, sette firme. Ovviamente i partiti si stanno concentrando sulla seconda delle vie, nonostante il capogruppo della Casa delle Libertà Francesco Cannizzaro abbia comunque chiesto di far partire in parallelo anche l’iter di richiesta popolare.

I consiglieri non appartenenti al centrosinistra sarebbero 11, ma a questo totale vanno levati i tre consiglieri del Nuovo centrodestra che hanno una linea decisamente più morbida nei confronti del governo di Mario Oliverio. Ne resterebbero otto, dunque, ma il segretario questore Giuseppe Graziano, al momento, non è intenzionato ad apporre la propria firma sulla richiesta di referendum. Il che fa scendere la quota pericolosamente a sette firme disponibili, ma le sottoscrizioni in mano alla coordinatrice Jole Santelli sarebbero soltanto cinque. I prossimi giorni saranno dirimenti anche da questo punto di vista. E le possibilità che non si arrivi alla presentazione del referendum crescono di giorno in giorno, anche perché Oliverio e il centrosinistra hanno già ipotizzato un piano b.

Se davvero si dovesse arrivare al referendum e quindi ad uno slittamento dell’entrata in vigore della modifica statutaria, il governatore procederebbe comunque alla nomina di almeno altri due assessori, secondo le regole precedenti. Riservandosi l’indicazione degli altri due (oppure solo del settimo, rispettando il limite degli esterni) al momento in cui anche l’iter referendario dovesse essere concluso. Chiaramente la mossa di Oliverio depotenzierebbe di fatto la portata dell’iniziativa del centrodestra. Ecco perché i vertici azzurri stanno decidendo il da farsi e valutano se è il caso di infilarsi in un tunnel burocratico che potrebbe non produrre nessun risultato politicamente utile, considerato anche che i calabresi non sembrano assolutamente appassionati alla riforma in discussione.

Il Pd, considerando superata in un modo o nell’altro la questione referendum, si sta concentrando sull’indicazione dei nomi dei futuri assessori. Salvatore Perugini, Gianluca Callipo e Demetrio Naccari Carlizzi continuano a scaldare i motori tra i renziani. Il governatore preferirebbe il cosentino, lasciando alla corrente reggina la possibilità di indicare il nome di una donna. Ma la pattuglia dei renziani di Reggio non sembra intenzionata a mollare la presa, forte anche della pax benedetta da Guerini in occasione dell’assemblea regionale di Falerna.